Banda FEDERlCO (Roma-Aeroporto dell’Urbe)

La caratteristica di questa Banda è data dal fatto che essa a differenza delle altre Bande composte da personale sbandatosi all’8 settembre 1943 e successivamente radunatosi intorno ai vecchi ed ai recenti comandanti – si costituì con la quasi totalità dei militari dell’Aeroporto del Littorio e dei reparti del S.A.S. ivi dislocati, senza alcuna soluzione di continuità nel comando.

L’attività contro i tedeschi ebbe inizio la mattina del 9 settembre 1943 con un combattimento contro le forze germaniche che avevano tentato di catturare gli automezzi dell’Aeroporto del Littorio, dislocati lungo la via Salaria, sotto Villa Savoia. Il personale dell’Aeroporto guidato dal Comandante, Colonnello Angelo FEDERICI, ed appoggiato da un Reparto di Bersaglieri, sostenne un lungo ed aspro combattimento, alla fine del quale il nemico, sopraffatto, si ritirò lasciando sul terreno morti e feriti.

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ROMA. Aeroporto dell’Urbe (Littorio) in una foto d’epoca.

Le armi catturate, unitamente a quelle recuperate nell’aeroporto, furono nascoste in un padiglione dell’ Ala Italiana. Qualche tempo dopo, forse in seguito a delazione, le armi furono ritrovate e sequestrate dalla polizia germanica.

Per i fatti d’arme del Littorio i tedeschi, dopo l’occupazione di Roma, richiesero al Comando Città Aperta un rilevante numero di ostaggi.

Il Comando Aeroporto dopo i fatti suddetti, acquistò tutte le caratteristiche di un Comando di “Banda”, ed ebbe la sua prima sede clandestina nello scantinato della scuola “Sandro Mussolini” – occupata da reparti della Divisione “Piave” – e, in seguito – dopo il disarmo di questa a via del Tritone n. 201.

Prima preoccupazione del Comando fu l’assistenza al personale: assistenza che si estrinsecò, in un primo momento, con un proficuo aiuto in alimenti, usufruendo dei viveri recuperati dall’aeroporto, e con il rilascio di congedi o di altri documenti militari a quasi tutto il personale, in ispecie a quello che doveva o voleva lasciare Roma.

Diminuita così la massa del personale, si provvide ad un organico inquadramento degli uomini rimasti, ed alla precisazione dei compiti e delle finalità che la nuova Organizzazione si proponeva .

Non era però cessata l’attività operativa della Banda che, oltre a piccoli colpi di mano compiuti al Littorio, da personale particolarmente pratico della zona, allo scopo di recuperare quanto si poteva di viveri, armi e munizioni, cercava di disturbare l’attività tedesca con eventuali atti di sabotaggio su attrezzature logistiche e mezzi tanto che, nell’ottobre 1943, gregari della Banda, riuscivano a sottrarre due autocarri (già della “Piave”), consegnati successivamente alla R. Guardia di Finanza di Viale 21 Aprile. Nella convinzione che l’arrivo degli Alleati fosse imminente e che, pertanto, presto si sarebbe dovuto rioccupare l’aeroporto, il Comando Banda dispose, fin dai primi giorni, un accurato servizio di sorveglianza nei suoi dintorni : servizio, al quale concorsero vari elementi fra i quali il 1° Aviere Carlo RUSSO e l’operaio temporaneo Enrico GABELLINI.

Nel mese di dicembre la Banda fu agganciata al Fronte Clandestino dell’Aeronautica, e prese il nominativo “Federico”, dal nome di copertura del Comandante.

Pur attenendosi alle direttive del Comando Fronte, la Banda “Federico” conservò una certa autonomia di azione.  Aiuti reciproci con altre Bande come la “Mosconi” e la “CC.RR.”.  Cessione di farina alla Banda “CC.RR.”  e la fornitura di lasciapassare tedeschi per il rientro a Roma dei Carabinieri di Barbarano Romano (VT) ricercati dalla polizia repubblichina. Assistenza al personale,  distribuzione di viveri, sabotaggio allo Scalo del Littorio, fornitura di documenti falsi militari e civili, assistenza sanitaria per il personale inquadrato, distribuzione di carte annonarie falsificate.