PIEMONTE Martinoli Teresio

  • Teresio Martinoli, n. 1917 Novara. Sergente Maggiore pilota in Rafferma del 4° Stormo 12° Gruppo, 73° Squadriglia – P.39; Deceduto a Campo Vesuvio (Napoli) il 25 agosto 1944 per incidente di volo (da “Ali nella tragedia” di G.Lazzati: subito dopo aver decollato il motore del suo Aircobra si bloccò in seguito alla rottura dell’ingranaggio del riduttore).
    Martinoli1Purissimo eroe di alta fede nella Patria, portava innumeri volte il suo velivolo nei duelli asperrimi e sanguinosi e ghermiva molte vittorie fra cui l’abbattimento di 22 apparecchi. Nel silenzioso lavoro di preparazione e di affinamento per nuove ardite imprese trovava morte gloriosa. Superba conclusione di una vita tutta dedita alla Patria ed alla sua Arma. Cielo dell’Africa Settentrionale e del Mediterraneo Centrale, luglio 1942 – agosto 1944.
  • Altre decorazioni: M.A. (Cielo di Malta e del Mediterraneo, 4 ottobre-30 novembre, 1940); M.A. (Cielo di Malta, aprile-maggio 1942. Cielo della Marmarica, maggio-giugno 1942); ammesso in carriera continuativa per m.g. (dic. 1940).
    Rimasto orfano del padre in giovane età, fu costretto ad interrompere gli studi presso l’Istituto tecnico di Novara per esercitare il mestiere di saldatore. Conseguito, nel frattempo, il brevetto di pilota civile si arruolò nell’A.A. nel giugno 1938. Promosso serg. pilota fu poi inviato, nel marzo 1939, alla Scuola specialisti caccia di Foggia da dove venne trasferito al 53° stormo C.T. Entrata l’Italia in guerra, il 10 giugno 1940, fu trasferito in Libia al 2° stormo da caccia rimpatriando col reparto nel genn. 1941. Assegnato al 4° stormo C.T. a Gorizia, tornò nuovamente in Libia nel maggio 1942. Promosso serg. magg. nel febbr. 1943 con anzianità di grado 1° ottobre 1941, prese parte, dopo l’armistizio, alle operazioni di guerra contro le forze armate tedesche nel territorio metropolitano.
    Il 25 agosto 1944 cadeva durante un volo di allenamento su di un apparecchio alleato, di recente assegnazione all’Aeronautica italiana.

 

  • Arrigo Guerci, n. 1920 Cuneo, m. 2 settembre 1944 Valle Tinea. Allievo sergente A.A. Partigiano combattente.
    Giovane di eccezionale valore fu fra i primi organizzatori della resistenza partigiana nel Cuneense. Al comando di un gruppo di valorosi da lui costituito partecipava in pianura alle più audaci imprese, esempio di ogni ardimento e di supremo sprezzo del pericolo. Comandante di un battaglione in montagna seppe trasfondere ai suoi uomini il suo leggendario coraggio e, durante un ciclo operativo nelle valli alpine d’Italia e di Francia, scrisse pagine di epico valore. Col suo gruppo di arditi ostacolava al nemico l’occupazione della Valle Tinea, e quando il combattimento volgeva vittoriosamente alla fine, cadeva mortalmente colpito da una raffica di mitraglia nel generoso tentativo di soccorrere un suo partigiano ferito. Fulgido esempio del valore italiano in terra straniera. Valle Tinea, 2 settembre 1944.
  • Diplomatosi geometra, si arruolò nel giugno 1941 nell’A.A. e, dopo aver prestato servizio negli aeroporti di Pieve di Sacco, di Verona e di Orvieto, fu ammesso nel luglio 1943 al 5° corso specialisti all. serg. presso l’aeroporto di Venaria Reale. Dopo l’8 sett. 1943, si diede subito alla lotta partigiana nelle formazioni «G.A.P.» di Cuneo. A capo di una banda della gloriosa Brig. «Rosselli» delle formazioni «Giustizia e Libertà», dipendente dalla I^ Div. «Valle Stura», si rese noto come l’«ardito fra gli arditi». Le valli attorno a Cuneo e le coste della Liguria lo videro sempre presente nelle azioni più arrischiate e nelle circostanze più difficili. Dal l° giugno 1944 aveva assunto la qualifica di comandante di btg. equiparata al grado di ten. Ferito ad Isola nell’alta Valle Tinea, decedeva il giorno stesso a Nizza.

 

  • Osvaldo Remotti, n. 1922 Alessandria, m. 1944 Rodi. Aviere elettricista.
    Dopo avere preso parte attivamente alle operazioni che precedettero la resa di Rodi, evitò la deportazione in prigionia dandosi alla macchia. Successivamente, messosi in contatto col Comando inglesetramite elementi locali del fronte della resistenza, accettò di prendere servizio con i tedeschi alla stazione radio allo scopo di attingere notizie e di trasmetterle al Comando inglese. Nonostante il rischio mortale sempre incombente, organizzò’ a tale scopo un nucleo di personale, reclutato fra amici fidati, che per molti mesi operò sotto la sua direzione arrecando un notevole contributo alle azioni belliche degli alleati nell’Egeo. Scoperto dal nemico, sopportava stoicamente interrogatori e sevizie e immolava la sua giovane vita dinanzi al plotone di esecuzione al grido di «Viva l’Italia». Rodi-Egeo, 9 settembre 1943 -20 settembre 1944.
    Elettrotecnico specializzato, si arruolò volontario nell’Aeronautica in qualità di allievo elettricista nel luglio 1940. Inviato prima alla Scuola specialisti di Novara fu poi trasferito a quella di Capodichino a Napoli, quindi, promosso aviere scelto elettricista, fu inviato a Poggio Renatico presso il 12° magazzino centrale dell’Aeronautica. Assegnato all’Aviazione dell’Egeo nel luglio 1941, prestò prima servizio nell’aeroporto di Gudurrà e dal sett. 1942, all’aeroporto di Marizza a Rodi. Dopo la morte ebbe la promozione a primo aviere con anzianità 1° marzo 1943.

 

  • Osvaldo Alasonatti, 1922 Torino – Torino 1944
    «Valoroso combattente della lotta di liberazione, già distintosi per capacità di animatore, decisione di comandante e per leggendario coraggio, cadeva in mani nemiche durante un’azione di rastrellamento. Condannato a venire fucilato nella schiena, chiedeva al comandante tedesco di affrontare la morte da leale soldato. Al rifiuto oppostogli si gettava a testa alta contro il plotone di esecuzione e, colpito alla fronte, cadeva da forte nel nome d’Italia e della Libertà.Torino, 12 ottobre 1944».

 

  • Luigi Mariotti, 1913 Torino, Maggiore s.p.e. A.A.r.n., pilota, Comandante del 4° Stormo 9° Gruppo, 96° Squadriglia – P.39; Deceduto nel cielo di Mojkovac il 27 dicembre 1944 in azione di guerra.
    “Comandante di Stormo, abile pilota e cacciatore ardito, vittorioso sempre in tutti i cieli ove l’Ala tricolore aveva portato la sua offesa. In dure e difficili azioni di guerra, in numerosi duelli aerei vittoriosamente conclusi, riaffermava la sua solida tempra di combattente e le sue eccezionali capacità di capo. Partito alla testa del proprio reparto per un’azione di estrema audacia contro basi germaniche non faceva ritorno, nella ultima suprema offerta di una vita tutta dedita alla Patria ed all’Arma. Cielo di Mojkovac (Jugoslavia), 27 dicembre 1944″.
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