Divisione Paracadutisti “Nembo” : in Sardegna

Dal maggio al giugno 1943 la Divisione Paracadutisti «Nembo» fu trasferita dalla Toscana in Sardegna. Motivo: bisognava rinforzare le truppe dislocate nell’Isola in previsione di un eventuale sbarco alleato.
La mancanza di naviglio adatto ed il pericolo incombente e sempre crescente dell’offesa aerea e subacquea nemica nel Tirreno, costrinsero la Divisione ad effettuare un viaggio lungo, difficile e fortunoso.
Non pochi siluri inglesi tentarono invano di minacciare l’incolumità dei primi Paracadutisti giunti a Palau.
Convogli successivi dovettero – da Livorno e da La Spezia – essere trasportati prima in Corsica, attraversare quindi tutta l’Isola in autocarro, traghettare le Bocche di Bonifacio e sbarcare – infine – a S. Teresa di Gallura.
Naturalmente la tanto decantata terra Sarda non convinse affatto lo spirito dei Paracadutisti, i quali – preparati per il lancio di guerra – dovevano viceversa rassegnarsi a ritener svanita ogni possibilità di tale impiego. I paracadute, gli aero-rifornitori e tutti gli equipaggiamenti relativi erano rimasti, infatti, in Continente.
Il ricordo di tutti tornava con nostalgia al dolce paesaggio delle colline del Chianti, alla verde vallata dell’Arno ed alle…. belle bimbe delle ospitali città toscane che avevano da poco lasciato.

Una doccia perfetta

Una doccia perfetta

Ma l’inèdia…. l’inèdia forzata che si preannunciava in quelle terre aride e brulle, coperte di macchie e di rovi, tra fichi d’India e le capanne di paglia impastata col fango, con miriadi di insetti svariati in Gallura e milioni di zanzare malariche nel Campidano, era per quella gente ardente la peggiore delle punizioni.
La Divisione, comunque, venne dislocata nella zona Centro-Meridionale dell’Isola e fu sottoposta ad intenso addestramento in cooperazione con reparti corazzati germanici.
Nel frattempo la morsa Anglo-Sassone stringeva sempre più da vicino l’Italia. L’offesa aerea diventava spietata e demolitrice. Pantelleria cadeva. Il colpo di maglio si abbatteva sulla Sicilia. La guerra si allontanava dalla Sardegna.
l Paracadutisti intuirono la cosa, ma non previdero l’armistizio.
L’8 settembre li colse di sprovvista e la notizia della resa giunse improvvisa ed inaspettata. L’ambiente di stretta collaborazione italo-tedesca rendeva difficile il poter considerare nemici quei soldati che – oltre ad essere stati fino a poche ore prima alleati – erano altresì legati da vincoli di personale amicizia con molti dei nostri.
E, se il repentino passaggio – da l’una a l’altra parte – ai tempi delle compagnie di ventura poté verificarsi con estrema facilità, poiché gli eserciti venivano allora quasi esclusivamente formati con mercenari, non altrettanto semplice si presentava ora un improvviso cambiamento di posizione con soldati nella mente e nel cuore dei quali una lunga, sottile ed abile propaganda, speculando su vecchi motivi patriottici e sentimentali, aveva inculcato fede e fervore per una causa ritenuta giusta e per la quale molti avevano volontariamente immolato la loro giovane vita.

Una lettera per i propri cari

Una lettera per i propri cari

Le ragioni, che indussero i Paracadutisti del XII Btg. del 184° Reggimento a seguire un reparto germanico nella sua precipitosa ritirata al Nord verso S. Teresa di Gallura e verso Palau, vanno appunto principalmente ricercate in questi precedenti vincoli di amicizia dei nostri con i tedeschi e nella loro eccessiva buona fede in una causa per la quale sino allora essi avevano combattuto.
Bisogna, per conseguenza, giustamente valutare e riconoscere la fermezza e l’ascendente degli ufficiali della «Nembo», i quali seppero mirabilmente neutralizzare la propaganda e le lusinghe tedesche di una vita migliore e più degna in Continente, riuscendo a trattenere ed a ricostituire in salda compagine la parte maggiore dei reparti della Divisione; cosicché l’unica amara defezione venne costituita soltanto dal XII Btg., la tragedia del quale creò ciò non di meno lo sfondo al primo eroico gesto dell’Italia redenta e pose nel Cielo degli Eroi la prima Medaglia d’Oro della «Nembo»: il Ten. Col. Bechi-Luserna.

Comando Divisione “Folgore”, Paracadutisti e Marinai nella Guerra di Liberazione, Litos, Roma, 1944disponibile in consultazione presso la biblioteca “Lorenzo Lodi”.