AVEGNO Carlo

avegno-carlo131nasce a Meina (Novara) il 6 giugno 1900 (Wikipedia). Capitano di vascello s.p.e. (servizio permanente effettivo).

Allievo dell’Accademia Navale dal 30 settembre 1913, venne nominato guardiamarina il 1° ottobre 1917 e conseguì le successive proporzioni a sottotenente di vascello il 26 settembre 1918, a tenente di vascello l’8 dicembre 1921, a capitano di corvetta il 16 aprile 1931, a capitano di fregata C.N. (Camicia Nera) il 1° febbraio 1936, a capitano di vascello il 12 novembre 1941. Partecipò alla 1^ guerra mondiale negli anni 1917 e 1918 con un lungo periodo di imbarco, anche successivamente all’armistizio e fino alla riconquista della Libia. Dopo aver comandato l’Accademia Navale dal 1935 al 1936, prese parte alla campagna per la conquista dell’Etiopia e fu al Comando Superiore A.O. (Africa Orientale) dal 1937 al 1939. All’inizio della seconda guerra mondiale comandava il cacciatorpediniere Corazziere col quale partecipò a numerose missioni; quindi fu capo di S.M. (Stato Maggiore) del Comando Marina di Bengasi e di Tripoli fino al maggio del 1943 e poi del Comando Marina a La Maddalena.

Altre ricompense: M.A. (Medaglia d’Argento) (A.S. (Africa Settentrionale), 1941); M.B. (Medaglia di Bronzo) (Mare Ionio, luglio 1940); M.B. (A.S., novembre 1942); Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Mar Mediterraneo, novembre 1940); Cr. g. al V.M. (A.S., ottobre 1942 – gennaio 1943).

Ufficiale superiore di non comune valore, in guerra e in pace aveva sempre sollecitato l’onore degli incarichi più rischiosi e di maggiore responsabilità dando prova, sia a bordo che a terra, di eccezionali virtù militari e professionali, di consapevole audacia e di elevato spirito di abnegazione. In occasione del tentativo di occupazione di una base navale da parte di truppe tedesche, proditoriamente sbarcate, saputo che i comandanti in carica erano stati posti sotto controllo, organizzava con lo slancio che lo aveva sempre distinto i reparti disponibili per respingere l’avversario, ne prendeva il comando diretto e li conduceva all’azione. dove il combattimento si era acceso più violento, li trascinava all’assalto col suo esempio ed infliggeva all’avversario perdite tali da costringerlo alla resa. Colpito da una delle ultime raffiche di mitragliatrice chiudeva la sua nobile esistenza spesa per la grandezza della Patria. La Maddalena, 13 settembre 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 305.