LANZUOLO Luigi

nasce a Torino il 23 ottobre 1890 (Wikipedia). Colonnello s.p.e. (servizio permanente effettivo), comandante reggimento Cavalleggeri Monferrato.

Allievo sergente nel reggimento Savoia Cavalleria nel 1909, fu ammesso nel settembre 1912 alla Scuola Militare di Modena col grado di sergente maggiore e nel gennaio 1914, fu nominato sottotenente in s.p.e. Assegnato al Lancieri V.E. II (Vittorio Emanuele II), entrò in guerra il 24 maggio 1915. Passato con la promozione a tenente al 24° reggimento artiglieria da campagna, rientrava nel gennaio 1918, nell’arma di provenienza dove prestò successivamente servizio nel Lancieri di Milano e nel Cavalleggeri di Alessandria. Promosso capitano nell’ottobre 1918, fu nominato poi aiutante maggiore in prima nel reggimento Guide e promosso maggiore dal gennaio 1930, aiutante maggiore in prima nel Novara fino al marzo 1936 allorché fu comandato all’Ispettorato delle Truppe Celeri. Tenente colonnello dal 1° gennaio 1938, partecipò, nel giugno 1940, alle operazioni di guerra sulla frontiera occidentale col Cavalleggeri Monferrato di cui divenne poi il comandante delle truppe al deposito nel maggio 1942. Promosso colonnello nel febbraio 1943, assumeva il comando del reggimento mobilitato e dislocato in Albania.

Altre decorazioni: M.B. (Medaglia Bronzo) (luglio 1916); Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Bainsizza, agosto 1917).

Soldato di pura tempra, comandante abile e sagace, assumeva per suo espresso desiderio il comando del reggimento Cavalleggeri Monferrato in Albania, conservandone integre la compattezza morale, lo spirito di ardimento, l’attaccamento alla Patria lontana ed al dovere attraverso i difficili eventi e la pericolosa situazione politica di quella terra. Dopo l’armistizio, con la sua vigile azione di comando, riusciva a sottrarre alla cattura l’intero reggimento portandolo alla montagna a difesa della libertà e della giustizia. Attaccato, dopo strenua lotta sempre in mezzo ed esempio ai suoi cavalleggeri, fatto prigioniero veniva barbaramente trucidato dai tedeschi. Faceva così olocausto della propria vita per aver voluto mantenere fede al suo onore di soldato e di comandante. Il suo sacrificio servì di esempio ai suoi cavalleggeri che seppero vendicarne la memoria combattendo compatti nelle file dei patrioti. Berat (Albania), marzo 15 novembre 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 349.