Gioacchino Gesmundo nel periodo del 2° conflitto mondiale era un insegnante di storia e filosofia presso il liceo Cavour di Roma. Tra i primi attivisti nel 1943 del Partito comunista, fece del proprio insegnamento una palestra di libertà e di antifascismo. Infatti, quando decise di agire in clandestinità, tra i vari combattenti intorno a sé molti erano suoi ex allievi. Nella sua abitazione in via Licia era stata predisposta la redazione clandestina de L’Unità. La sua opera comunque si rivolse soprattutto alla formazione teorica e pratica dei giovani combattenti della Quarta zona. Venne arrestato nella propria casa il 29 gennaio 1944 dai nazifascisti a causa della soffiata di qualche delatore. Tradotto insieme ad altre due “compagne” a via Tasso, subì nella cella n.13 atroci torture, prima di essere condotto al patibolo delle Fosse Ardeatine.

gesmundo

Testo epigrafe
Qui visse il patriota
Gioacchino Gesmundo
ai giovani maestro di libertà
ai lavoratori guida per il loro riscatto
arrestato in questa casa
dopo atroci torture stoicamente sopportate
veniva assassinato dal tedesco invasore
il 24 marzo 1944
alle Fosse Ardeatine