AGOSTI Vasco

n. 1888 Cadelbosco Sopra (Reggio Emilia) – m. Rarati (Etiopia) 8 agosto 1937. Tenente  colonnello s.p.e. (servizio permanente effettivo) fanteria, III Brigata coloniale.

Ammesso il 31 gennaio 1909 quale allievo ufficiale di complemento al corso nel 1° reggimento fanteria. Promosso sottotenente il 3 aprile 1910, passava in s.p.e. il 21 ottobre 1913 dopo un corso preparatorio alla Scuola di Applicazioni di Parma e con l’87° fanteria partiva per la Cirenaica nel luglio dell’anno dopo. Rimpatriato per malattia alla fine dell’anno, partecipava col 26° fanteria alla prima guerra mondiale dal 24 maggio 1915, riportando una prima ferita a Tolmino. Tenente dal 15 luglio 1915 e capitano dal 15 febbraio 1916, era trasferito al battaglione Cividale dell’8° alpini col quale riportava una seconda ferita alla Cima delle Saette nel luglio 1916. Ritornato in zona di guerra nel maggio 1917 col battaglione Matajur, vi rimaneva fino al suo trasferimento al Corpo di spedizione nel Mediterraneo Orientale. Rimpatriato nell’agosto 1920, tre anni dopo, era trasferito a domanda nel R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) dell’Eritrea e col III battaglione indigeni partecipava alle operazioni per la riconquista della Libia. Rientrato in Italia alla fine del 1927, era promosso maggiore nel giugno dell’anno seguente e poco dopo ripartiva per la Libia ove gli affidavano il comando del V gruppo sahariano. Il 31 dicembre 1936 era promosso tenente colonnello.

 Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (S. Lucia di Tolmino, 1915); M.A. sul campo (Gogetti- A.O. (Africa Orientale), 1937); Cr. g. al V.M. (Croce di guerra al Valor Militare) (Somalia Settentrionale, 1926); Cr. g. al V.M. (Af Gagà, A.O. 1935).

Comandante interinale di brigata coloniale, nonostante una infermità che da vario tempo gli teneva quasi immobilizzato un braccio, continuava a conservare il comando della sua unità dirigendo e coordinando con sagacia e perizia le operazioni di polizia contro i ribelli. Venuto a conoscenza che un gruppo di armati si era presentato a poche ore di distanza dal suo presidio, messosi alla testa di una piccola colonna attaccava risolutamente l’avversario che metteva rapidamente in fuga ed inseguiva con alcuni suoi elementi. Attaccato da forze preponderanti alle spalle ed ai fianchi, con prontezza e sangue freddo dava immediate disposizioni per fronteggiare la nuova grave situazione, dirigendo personalmente i reparti, che incuorava ed incitava col suo esempio sfidando, in piedi, il piombo nemico, finché cadeva colpito a morte mentre, impugnato egli stesso un fucile, si dirigeva ove maggiore era il pericolo. Comandante di elette virtù militari, animatore dei suoi ascari, dai quali era adorato come padre. Tutta la sua vita di soldato egli dedicò al dovere ed al sacrificio. Rarati, 8 agosto 1937.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 238.