ALBANESE RUFFO Giuseppe

nasce il 18 novembre 1915 a L’Aquila (https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Albanese_Ruffo). Capitano s.p.e. (servizio permanente effettivo), VIII battaglione bersaglieri corazzato.

Conseguito il diploma di geometra nell’Istituto tecnico a Foggia, fu ammesso all’Accademia Militare di Modena nel 1934 e nel 1936 ottenne la nomina a sottotenente di fanteria. Frequentata la Scuola d’applicazione e destinato all’8° reggimento bersaglieri partecipò dal 24 giugno al 7 luglio 1940 alle operazioni di guerra svoltesi sul fronte occidentale al comando di una compagnia cannoni controcarro. Passato poi al 12° bersaglieri, vi frequentava un corso per unità autoblindate, dopo di che, nel novembre 1941, veniva assegnato al CXXXIII battaglione bersaglieri esplorante corazzato, trasformato, nel febbraio successivo, nell’VIII battaglione corazzato destinato in A.S. (Africa Settentrionale). Promosso capitano e assunto il comando della 1^ compagnia, raggiungeva in volo l’areoporto di Castel Benito il 18 aprile 1942.

Comandante di compagnia autoblinde in operazione esplorativa, trascinava il proprio reparto con ferma decisione e con l’esempio a breve distanza dai centri di resistenza avversari. Fatto segno ad intensa reazione di artiglieria, armi contro-carro e automatiche, ordinava ai propri plotoni di prendere posizione al riparo di dune e proseguiva con la sua sola autoblinda verso l’avversario per obbligarlo a rivelare l’ubicazione e la consistenza delle difese. Colpito da proiettile di artiglieria che gli uccideva il primo pilota, dispostane la sostituzione, si portava ancora avanti. Colpito una seconda volta e ferito in più parti del corpo, con due morti a bordo, e la macchina immobilizzata, ordinava al marconista, egli pure ferito, di mettersi in salvo e rimaneva solo e deciso al sacrificio supremo per compiere interamente la sua missione col riferire per radio al proprio comandante superiore le notizie raccolte. Colpito in pieno per la terza volta, immolava alla Patria la sua giovinezza eroica. Supremo esempio di cosciente ardimento e di indomito valore. Got el Ualeb, 29 maggio 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 23.