ARENA Giuseppe

n. 1899 Pizzoni (Catanzaro). Capitano s.p.e. (servizio permanente effettivo) fanteria (alpini), VII battaglione eritreo.

Conseguita la maturità classica nel Liceo Ginnasio di Vibo Valentia, venne chiamato alle armi, appena diciottenne, nell’aprile 1917. Nominato aspirante pochi mesi dopo, partecipò alla prima guerra mondiale prima col 225° reggimento  fanteria Arezzo col quale si distinse sul Piave nel 1918 e poi col grado di tenente nel 14° reggimento della Brigata Pinerolo. Nel 1925 fu trasferito al 7° reggimento alpino e con la promozione a capitano nel 1930, all’8 alpini.  Nel febbraio 1934 passò al 4° reggimento alpini e un anno dopo, trasferito al R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) dell’Eritrea, si imbarcava a Napoli per l’Africa Orientale.  Sbarcato a Massaua il 14 marzo 1935, assumeva il comando della 3^ compagnia del VII battaglione eritreo.

 Altre decorazioni: sottotenente in s.p.e. (servizio permanente effettivo) per m. g. (meriti di guerra) (novembre 1917).

Al comando di una compagnia di ascari in avanguardia, nella urgenza di irrompere al più presto nel dispositivo nemico, dimostrava rara perizia e suprema energia. Di fronte a uno sbarramento roccioso, saldamente occupato dal nemico, l’affrontava con rapida decisione epur seriamente ferito ad una mano, slanciandosi alla baionetta, dopo rapida ed aspra lotta lo conquistava occupandolo. Attaccato impetuosamente e circondato da forti formazioni nemiche sopraggiunte, seppe fronteggiare così grave situazione per dare tempo al restante del battaglione di contromanovrare, rimanendo una seconda volta ferito ad una gamba. Fasciate alla meglio le sue ferite, agli urli furibondi del nemico che gli intimava la resa, rispondeva: Vedrete tra poco come si arrendono gli ascari del Re d’Italia. E ciò dicendo egli e suoi tenevano in rispetto il nemico a colpi di bombe a mano. Nello atto di lanciare la quarta bomba, veniva colpito a morte, ma pur nello strazio del dolore trovava la forza di gridareEvviva l’Italia. Sublime esempio di olocausto nel nome d’Italia, orgoglio del reparto che ebbe la gloria di averlo comandante. Manué (battaglia del Bararus) ( A.O.) (Africa Orientale), 28 febbraio 1936.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 157.