BRUNO Pietro

nasce nel 1920 a Aidone (Enna). Sottotenente complemento, 132° reggimento fanteria carrista.

Iscritto al quarto anno della facoltà di legge nell’Università di Catania, interruppe gli studi per arruolarsi volontario nell’agosto 1940 e, dopo aver frequentato il corso allievi ufficiali presso il 3° reggimento fanteria carrista, fu nominato sottotenente nel marzo 1941. Nel luglio dello stesso anno partì per l’A.S. (Africa Settentrionale) destinato al 132° fanteria carrista della Divisione Ariete. Trattenuto alle armi, fu inviato prima alla Scuola del centro carrista del 12° autoraggruppamento e dal 1° aprile 1942 al Centro istruzione carristi. Rientrato al reggimento in giugno, venne assegnato alla 1^ compagnia del X battaglione.

Altre decorazioni: Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (A.S., 23 novembre 1941).

Comandante di plotone carri M. 14/41, con indomito valore tracciò ai suoi equipaggi la dura via della vittoria e del sacrificio. In azione di ricognizione offensiva, attaccato da numerosi mezzi corazzati avversari, alla testa del suo reparto, accettava l’impari lotta sopperendo all’esiguità numerica con abili temerarie manovre. Benché ferito alla spalla destra, protraeva con ammirabile tenacia la violenta azione fino al termine dell’ardua missione. Rifiutava quindi decisamente di essere avviato alla base in previsione del nuovo impiego dei suoi carristi. Il giorno successivo impegnato in aspri e cruenti scontri contro soverchianti forze corazzate, sosteneva, pur essendo minorato fisicamente, il formidabile urto alimentando nei propri equipaggi, con la sua serenità e fermezza, spiccato spirito aggressivo. Prescelto per la sua abituale arditezza a proteggere la manovra di sganciamento del battaglione cui apparteneva, si slanciava decisamente col suo plotone rinforzato da una sezione di semoventi, sul fianco del dispositivo avversario. Conscio e fiero della grave missione affidatagli, sdegnando ogni personale pericolo, si sporgeva dalla torretta incitando gli equipaggi a più serrata lotta. Più volte investito da violenta reazione di fuoco avversario insisteva nel suo movimento a fuoco infliggendo gravi perdite al nemico sorpreso da tanto ardire. Ferito alla fronte da scheggia di granata, rimaneva al suo posto di dovere persistendo nella disperata azione. Colpito in pieno il suo mezzo corazzato, trovava gloriosa fine nel rogo del proprio carro divenuto fiammeggiante bara della sua giovinezza generosa ed ardita. Bir el Abd (A.S.), 3-4 novembre 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 111.