ESPOSITO Stanislao

nasce ad Avellino il 15 ottobre 1898 (Wikipedia). Capitano di vascello s.p.e. M.M. (servizio permanente effettivo Marina Militare).

Allievo nell’Accademia Navale di Livorno nel 1913, era nominato guardiamarina nel 1917, sottotenente di vascello nel settembre 1918 e tenente di vascello nel 1921. Dopo avere partecipato alla prima guerra mondiale imbarcato su varie unità di superficie fra cui le corazzate Duilio, e Giulio Cesare passava sul C.T. (Cacciatorpediniere) Poerio col quale prendeva parte alle operazioni in Albania dal marzo all’ottobre 1920. Dal luglio 1929 al marzo 1930 prestò servizio al Reparto tecnico armi navali di Venezia e promosso capitano di corvetta nel febbraio dello stesso anno veniva destinato all’uffìcio tecnico del genio navale di Fiume. Capitano di fregata dall’agosto 1935 partecipava alla campagna dell’ A.O. (Africa Orientale) imbarcato, sul Bari. Entrata l’Italia in guerra nel giugno 1940 e promosso capitano di vascello, prendeva imbarco dapprima sul C.T. Da Recco, come comandante della squadriglia di CC.TT. (Cacciatorpedinieri), ed in seguito, dal 1° aprile 1942, sull’incrociatore Trento quale comandante. Cadde il 15 giugno dello stesso anno, durante lo scontro navale di mezzo giugno nel Mediterraneo centro-orientale.

 Altre decorazioni: M.A. (Medaglia d’Argento) (1942).

Ufficiale superiore di elevate qualità professionali e militari affermava, quale comandante di squadriglia di C.T., in numerose, ardue missioni di scorta, in acque costantemente insidiate dai mezzi aeronavali nemici, alte doti di ardimento, perizia e coraggio. Al comando di incrociatore partecipava con una formazione navale ad una missione bellica di particolare importanza durante la quale il nemico, benché forte di numero e di mezzi, era costretto a ripiegare, rifiutando il combattimento. Colpita la sua unità dall’offesa di aerosilurante, conservava ammirevole calma e presenza di spirito e impartiva precise, tempestive disposizioni per impedire il propagarsi di un grave incendio scoppiato in un gruppo di caldaie, prodigandosi, durante lunghe ore, con fervore e abnegazione per assicurare la parziale efficenza della nave e infondendo nuovo ardore all’entusiastica collaborazione degli ufficiali e dell’equipaggio con la sua alta parola e il suggestivo esempio. Mentre al suo posto di comando impartiva gli ordini per rimettere in moto le macchine, in parte ripristinate, ulteriore offesa subacquea colpiva l’unità, provocandone l’immediato affondamento in seguito ad esplosione di un deposito di munizioni. Superbo esempio di virtù militari e di prode spirito guerriero, scompariva eroicamente con la sua nave, dividendo con essa l’estrema sorte gloriosa, mentre sul mare già risuonava l’eco della vittoria conseguita sul nemico da altre navi della Patria. Mediterraneo Orientale, 14-15 giugno 1942. 


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 35.