GALLO Luigi

nasce nel 1915 a Roma. Tenente s.p.e. (servizio permanente effettivo) fanteria, raggruppamento libico Maletti, III gruppo motorizzato.

Figlio di ufficiale medico, conseguita la maturità classica nel Liceo di Conversano, entrava all’Accademia Militare di Modena il 26 ottobre 1933 uscendone sottotenente di fanteria due anni più tardi. Frequentato il corso di applicazione a Parma veniva assegnato al 17° fanteria a Cesena e dopo pochi mesi, il 18 settembre 1937, si trasferiva col reggimento facente parte del XXI Corpo d’Armata di nuova formazione a Derna in Cirenaica. Promosso tenente nell’ottobre successivo, chiedeva ed otteneva il trasferimento nel R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) della Libia. Assegnato al XVIII battaglione indigeni fu per oltre un anno istruttore del I reparto paracadutisti indigeni della Libia. Frequentato in Italia il 22° corso di osservazione aerea nel 1939, ritornava in A.S. (Africa Settentrionale) e all’inizio della seconda guerra mondiale gli veniva affidato il comando della 17^ compagnia cannoni anticarro del Raggruppamento libico Maletti. Cadde ad Alam el Nibeiwa il 9 dicembre 1940.

Forgiatore di audaci paracadutisti libici, distinto per i suoi arditissimi lanci, passato al comando di una compagnia cannoni da 47/32 dislocata in caposaldo sito in zona desertica, l’organizzava e addestrava a duri cimenti con singolare perizia ed inesausto ardore bellico conseguendo, in successive aspre azioni offensive contro mezzi blindati, risultati concreti, esclusivamente in virtù di capacità di comando  e spiccato valore personale. In tragica situazione, determinata da poderoso attacco di ingenti forze corazzate e autotrasportate, sostenute da imponenti bombardamenti aerei e terrestri, reagiva con tenacia indomita, benché l’intrepido reparto fosse fatto segno, quale unico mezzo anticarro del caposaldo, a violento micidiale fuoco di ogni calibro. Sconvolta ogni difesa, decimate le unità laterali, pressato alle minime distanze e infine circondato, eroico superstite, persisteva nella titanica azione. Intimatagli la resa, protraeva la cruenta impari lotta con stoica fermezza, cadendo infine mortalmente colpito, sul pezzo arroventato da lui strenuamente difeso. Sublime esempio di preclari virtù militari, col sacrifizio estremo ha tenuto in grande onore il prestigio delle armi d’Italia. – A.S. (Africa settentrionale), novembre – dicembre 1940. 


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 487.