JACHINO Domenico

nasce nel 1909 a Alessandria. Capitano di fanteria, 1ll servizio di S. M. (Stato Maggiore), Divisione Ariete.

Conseguita la maturità classica ad Alessandria, fu allievo all’Accademia Militare di Modena dalla quale uscl sottotenente di fanteria nel settembre 1930. Frequentata la Scuola di applicazione ed assegnato al 63° reggimento fanteria a Vercelli ebbe la promozione a tenente nel 1932 e tre anni dopo, il 15 settembre 1935, partì col reggimento mobilitato per l’A.O. (Africa Orientale). Trasferito poi nel R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) dell’Eritrea, fu prima assegnato alla compagnia presidiaria di Dire Daua e dal novembre 1936 al XXXIX battaglione coloniale. Rimpatriato nel luglio 1937, fu ammesso al 69° corso dell’Istituto Superiore di Guerra ottenendovi la promozione a capitano nel settembre 1939. Nel febbraio 1941, ufficiale in servizio di S.M., ritornava in Africa con la Divisione Ariete con la quale partecipava alla riconquista della Cirenaica e all’assedio di Tobruk rimanendo anche ferito in combattimento.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (Bir el Gobi, A.S. (Africa Settentrionale), novembre 1941); M.B. (Medaglia Bronzo) (Fronte di Tobruk, giugno 1941); Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Cirenaica, maggio 1941); Cr.g. al V.M. (A.S., giugno 1942).

Ufficiale di elette virtù militari, in servizio di Stato Maggiore presso il Comando della Divisione Ariete, in lunghi mesi di durissima lotta, prodigava oltre i limiti del dovere, la sua opera appassionata e coraggiosa. Audacissimo, sprezzante del pericolo, offrivasi sempre volontario per le più difficili e rischiose imprese, nell’adempimento delle quali non conosceva ostacoli, né esitazioni. La sua figura esemplare era divenuta quasi leggendaria presso i reparti della Divisione, alcuni dei quali in diverse occasioni dovettero al suo personale intervento la loro salvezza in situazioni disperate. Durante la ultima delle sue numerosissime azioni, mentre volontariamente tentava di realizzare il collegamento fra il comando di grande unità ed un reparto duramente impegnato che non dava più notizie di sé, nell’intento di portare più rapidamente a termine il suo compito non esitava a lanciarsi attraverso una zona intensamente battuta dalle armi terrestri ed aree dell’avversario, sdegnando di seguire la via più lunga, ma più sicura. Vicino alla meta veniva colpito a morte sacrificando così ai più alti destini della Patria la sua esuberante giovinezza. A.S., marzo 1941 – 3 settembre 1942.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 83.