LUCCHINI Franco

nasce a Roma il 24 dicembre 1914 (Wikipedia). Capitano s.p.e. A.A. (servizio permanente effettivo Arma Aeronautica), pilota.

Allievo ufficiale di complemento in Aeronautica, conseguì nel luglio 1936 il brevetto di pilota militare nella Scuola di pilotaggio di Foggia e nell’ottobre successivo fu nominato sottotenente. Assegnato al 4° stormo da caccia, l’anno dopo, nel luglio 1937, partì volontario per la Spagna dove combatté per circa un anno con la squadriglia Asso di Bastoni. Rimpatriato nel febbraio 1939 dopo esser passato in servizio effettivo e ritornato alla 90^ squadriglia del 4° stormo, alla dichiarazione di guerra, nel giugno 1940, fu trasferito in A.S. (Africa Settentrionale). Capitano nel maggio 1941, dopo una breve sosta a Gorizia per l’addestramento e l’armamento del M.C. 202 venne inviato con lo stormo in Sicilia e, l’anno dopo, nel maggio 1942 in A.S. Ferito alla fine di ottobre di quell’anno, dopo alcuni mesi di convalescenza, ritornò in linea al comando dell’84° gruppo da caccia in Sicilia. Asso della caccia italiana, tre volte citato sui bollettini di guerra, aveva al suo attivo 294 azioni di guerra, 70 combattimenti aerei, 21 apparecchi abbattuti individualmente e 52 in collaborazione.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (Spagna, 1937-38); M.A. (A.S. 1940); M.A. (Malta, luglio 1941); M.A. (A.S. e Mediterraneo, gennaio-settembre 1941); M.A. (Cielo di Malta, Egitto, aprile-giugno 1942); M.B. (Medaglia Bronzo) (Bug Bug, Tobruk, El Adem, 1940); sottotenente in s.p.e. per m.g. (meriti di guerra) (settembre 1939).

Comandante giovanissimo di un gruppo da caccia. Pilota, animatore, capo capace, entusiasta, convinto. Asso della caccia italiana idealmente puro. Volontario di guerra soffrì le dure pene della prigionia senza fiaccare l’indomito spirito. Affrontò sui cieli di tutti i fronti i piloti di tutto il mondo e nei duelli, sostenuti sempre cavallerescamente, fece brillare le qualità superbe del pilota e del combattente. Le vittorie innumerevoli non lo inebriarono. Convinto della missione da compiere continuò il lavoro con la stessa precisa volontà, esempio costante a tutti nell’adempimento sereno del proprio dovere. Tornò al combattimento con le ferite ancora aperte; sempre primo dove più dura e violenta infuriava la lotta seppe trasfondere agli altri i purissimi sentimenti di amore di Patria che lo animavano. In un epico combattimento sostenuto sopra il sacro suolo d’Italia contro avversari cento volte superiori, fu piegato dal fato avverso e non dall’abilità dell’avversario che aveva sempre nettamente dominato. Cadde da prode come da prode visse e seguitando la luminosa scia di Baracca continua con esso ad additare ai piloti del suo stormo la vera eroica via da seguire. Cielo dell’Africa Settentrionale, del Mediterraneo e della Sicilia, giugno 1940 luglio 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 266.