LUPO Renato

nasce nel 1893 a Taranto. Tenente colonnello s.p.e. (servizio permanente effettivo, 38° reggimento fanteria.

Nominato sottotenente di complemento nel luglio 1915, partecipò alla prima guerra mondiale col 9° e col 113° reggimento fanteria sempre sull’altipiano del Carso rimanendo ferito due volte in combattimento. Passato effettivo nel 1916, nel febbraio 1917 fu promosso tenente. Dopo la guerra, prestò successivamente servizio nel 1° reggimento coloniale di marcia, nel 4° fanteria mobilitato, nel 47° reggimento, dove nel novembre 1927 fu promosso capitano, presso il Comando Militare della Sardegna ed infine, dal 1935, all’Istituto Geografico Militare di Firenze. Promosso maggiore nel 1937 e destinato all’83° reggimento fanteria, nel marzo 1940 ritornò all’Istituto Geografico a Firenze dove fu promosso tenente colonnello nel settore successivo. Trasferito al 38° fanteria della Divisione Ravenna, partecipò alle operazioni di guerra contro la Jugoslavia e in Balcania dall’aprile al maggio 1941. Assunto il comando del III battaglione del reggimento, nel giugno del 1942 partiva per la Russia.

Altre decorazioni: M.A. (Medaglia Argento) (Nova Vas, 1916); M.A. (Hermada, agosto 1917); M.A. sul campo (Fiume Don, dicembre 19,42); M.B. (Medaglia Bronzo) (Fiume Don, settembre 1942).

Comandante di battaglione da lui forgiato al suo entusiasmo e alla sua fede e già da lui guidato in precedenti azioni, per tre giorni di aspra ed epica lotta resa più dura dal freddo e dalla tormenta, stroncava l’impeto offensivo di soverchianti forze nemiche che, in reiterati attacchi, tentavano sommergere i reparti posti a difesa di un ampio ed importante settore sul Donez. Assunta poi in difficili condizioni la difesa di un abitato attaccato da forze superiori di numero e di mezzi, manteneva la posizione, infondendo ai dipendenti ferrea volontà di resistenza ed alto spirito di sacrificio. Accerchiato e ridotto il battaglione ad un pugno di uomini, riuniva i superstiti ed alla testa di essi si lanciava arditamente al contrassalto a colpi di bombe a mano e baionetta. Gravemente ferito, prostrato e sanguinante, ma non domo nello spirito, continuava ad incitare alla lotta i propri fanti i quali, galvanizzati dalle sue parole e dall’esempio, avevano ragione del più numeroso avversario. Conscio dell’imminente fine, che avveniva infatti sul campo di battaglia, esprimeva sentimenti di fede e di alto patriottismo. Superdecorato al valor militare, grande luminosa figura d’eroe, sintesi del dovere, dell’ardimento e del sacrificio. Fronte russo (Donetz), 19 – 22 gennaio 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 192.