OBERTO don Stefano

nasce il 10 ottobre 1908 a La Morra (Cuneo) (https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Oberto). Tenente cappellano, 2° reggimento alpini, battaglione Dronero.

Ordinato sacerdote nel 1933 e laureatosi in filosofia nell’Università di Torino, ottenne la nomina ad insegnante ordinario di storia e filosofia nel Liceo Valsalice di Torino. Alla dichiarazione di guerra nel giugno 1940, venne , chiamato alle armi come cappellano militare ed assegnato al 615° ospedale da campo mobilitato della Divisione alpini Cuneense. Partecipò alle operazioni di guerra sulla frontiera occidentale, quindi dal 20 dicembre dello stesso anno, passò sul fronte greco-albanese. Trasferito il 1° aprile 1941 al battaglione Dronero del 2° alpini, rimpatriava nel maggio successivo per ripartire per la Russia dopo poco più di un anno, il 31 luglio 1942.

Cappellano del battaglione alpini Dronero, magnifica figura di asceta e patriota, sul fronte greco-albanese si prodigò con mirabile abnegazione e sprezzo del pericolo nella sua instancabile alta missione di assistenza morale. Rinunciando all’esonero, volle seguire i suoi alpini sul fronte russo dividendo con loro pericoli e sacrifici. Durante l’estenuante ripiegamento dal Don, benché stremato dalle durissime fatiche, diede luminose prove delle sue elevatissime virtù militari e cristiane, portandosi sempre dove maggiore era il rischio, pur di assolvere al suo compito di conforto agli alpini feriti e congelati. In fase critica, seppe far rifulgere il suo spirito eroico, mettendosi di iniziativa alla testa dei resti di un plotone rimasto senza comandante e lanciandosi decisamente al contrattacco di preponderanti forze nemiche. Caduto prigioniero dopo strenua lotta, quando il battaglione esaurì ogni possibilità di resistenza, continuò nella sua opera benefica durante le tragiche marce verso l’interno e, fra l’abbandono generale, valendosi del grande ascendente che aveva sugli alpini, li invitò ad austera rassegnazione, ne lenì le sofferenze trasformandosi in medico ed infermiere, ne condivise la dura sorte con stoica fermezza. Morì, stremato dalla fatica e dai disagi, nel campo di prigionia n. 74 dì Oranki il 5 aprile 1943. Sacerdote esemplare e saldo combattente ha voluto, col sacrificio, concorrere a tenere in grande onore, in terra straniera, lo spirito eroico del soldato d’Italia Fronte greco-albanese, dicembre 1940-aprile 1941; Fronte russo, settembre 1942-gennaio 1943.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 216.