PASQUALI Giuseppe

nasce l’11 marzo 1898 a L’Aquila (https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Pasquali). 1° Capitano i.g.s. s.p.e. (incaricato grado superiore servizio permanente effettivo) artiglieria, 24° raggruppamento artiglieria di Corpo d’Armata.

Volontario, a poco più di diciotto anni partecipò alla prima guerra mondiale con la 505^ battaglione d’assedio conseguendo, nell’aprile 1918 la nomina a sottotenente. Tenente di complemento nel 23° reggimento artiglieria da campo nel 1919, due anni dopo passò in s.p.e. nel 18° da campagna. Trascorso un lungo periodo in aspettativa fu richiamato presso il 12° Centro c.a. (contraerea) passando, successivamente, al 9° reggimento artiglieria pesante, dove venne promosso capitano nel 1932. Nuovamente in aspettativa dal luglio 1934, fu richiamato a domanda nel marzo 1935 e partì per la Spagna al comando di una batteria del reggimento Frecce Azzurre. Rimpatriato nel maggio 1939 ed assegnato al 24° artiglieria di C. d’A. (Corpo d’Armata), alla dichiarazione di guerra dell’Italia, ottenne di partire per l’A.S. (Africa Settentrionale) col 24° raggruppamento artiglieria di C. d’A. mobilitato. Gravemente ferito il 26 dicembre 1941 decedeva quattro giorni dopo nell’ospedale militare di Misurata.

Altre decorazioni: Cr.g. al V.M. (Croce di guerra al Valore Militare) (Guadalajara, Bilbao, Santander, marzo-agosto 1937); Cr.g. al V.M. (Useras, giugno 1938); Cr.g. al V.M. (Venta Rejxa, aprile 1938); Cr.g. al V.M. (Sagunto, luglio 1938); Cr.g. al V.M. (Catalogna, 1939).

Comandante di un gruppo da 105/28, pur attraverso le difficoltà di un lungo periodo operativo, faceva della sua unità un perfetto strumento di guerra. Assegnato ad una divisione corazzata operante nel deserto, in quaranta giorni di dure e continue lotte, compiva prodigi di valore militare, dando fulgidissimo esempio ai suoi artiglieri di indomito spirito guerriero e di forza di volontà superiori ad ogni evento. I potenti e ripetuti attacchi nemici trovavano sempre la strada sbarrata dal preciso tiro dei suoi pezzi e dalle baionette dei suoi artiglieri. Sempre impiegato nelle posizioni più avanzate, sempre il primo ad iniziare e l’ultimo a cessare il fuoco, ridottosi il gruppo a soli tre pezzi formava con i superstiti un’unica batteria e continuava le operazioni imponendosi all’ammirazione dello stesso nemico. Gravemente colpito ad una gamba da mitragliamento aereo, sopportava stoicamente in due giorni ripetute amputazioni e, conscio della prossima fine, si curava solo dei soldati distribuendo loro per ricordo i propri oggetti personali. Chiudeva così, in perfetta coscienza e con spirito elevatissimo, la sua dura vita di prode combattente tutta dedicata all’Esercito ed alla Patria. Marmarica (A.S.), 18 novembre – 26 dicembre 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 779.