TEDESCHI Tullio

nasce il 15 luglio 1910 a Isernia (Campobasso) (https://it.wikipedia.org/wiki/Tullio_Tedeschi). Capo motorista navale 3^ classe.

Arruolato volontario nel C.R.E.M. (Corpi Reali Equipaggi Marittimi) di Venezia in qualità di allievo meccanico nel luglio 1927 e frequentata la Scuola meccanici fu promosso sottocapo nell’ottobre 1929, destinato all’allestimento del Vivaldi a Genova. Nel 1930 prese imbarco sulla nave Carlotto dislocata nei mari d’Estremo Oriente (Cina), e rimpatriato nel 1933 imbarcò sul C.T. (Cacciatorpediniere) Euro. Frequentò poi la Scuola motoristi navali di Pola e col grado di 2° capo passò sul sommergibile Santarosa nel febbraio 1934 e quindi sull’ X. 3  fino all’agosto 1935. Alle dipendenze del Ministero degli Esteri fu inviato in missione speciale in Etiopia presso la Legazione italiana in Addis Abeba prima e poi alla stazione radio del Comando Superiore in Africa all’Asmara durante la campagna in Etiopia. Rientrato in Patria, nel gennaio 1936 prestò servizio presso Navalarmi a Milano e poi alle flottiglie M.A.S. (Motoscafo Armato Silurante Venezia e M.A.S. Lero (Egeo). Rientrato in Italia nel 1940 e promosso capo di 3^ classe, fu destinato alla 1^ flottiglia M.A.S. La Spezia. Trasferito a Lero con la squadriglia M.A.S. speciali, compì l’audace impresa del forzamento della baia di Suda, agli ordini del tenente di vascello Faggioni. Lanciatosi col suo M.T. (motoscafo turismo) in coppia con quello del sottotenente di vascello Cabrini contro l’incrociato York all’ormeggio, l’affondava. Restituito dalla prigionia inglese nel marzo 1944 riprese servizio sui mezzi d’assalto, quindi fu all’Ufficio tecnico dell’autoreparto del Ministero della Marina e nel novembre 1947 veniva dispensato a domanda dal servizio col grado di capo motorista di 2^ classe. E’ morto a Isernia il 2 novembre 1987 (https://it.wikipedia.org/wiki/Tullio_Tedeschi).

Coraggioso e tenace operatore di mezzi d’assalto di superficie, con altri valorosi, già compagni dei rischi e delle fatiche di un durissimo addestramento, dopo una difficile navigazione forzava una ben munita base navale avversaria superando un triplice ordine di ostruzioni. Nella rada violata, quando già imminente era l’alba, con freddezza pari al coraggio attendeva, riunito ai compagni, che il comandante della spedizione procedesse al riconoscimento ravvicinato degli obiettivi e li assegnasse all’audacia dei suoi uomini. Una volta ottenuto il via, si lanciava con saldo animo all’ assalto contro un incrociatore pesante nemico affondandolo con l’azione concomitante di un altro assalitore e coronando del successo, con l’alto spirito aggressivo, la concezione teoricamente perfetta dell’impresa. Degno in tutto delle più pure tradizioni di eroismo della Marina italiana. Suda, 26 marzo 1941.


Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), [Tipografia Regionale], Roma, 1965, p. 614.