ALBERTI Gaetano

ALBERTI GAETANO018di Giuseppe e Anna Maria Sarno, nacque a Mormanno di Cosenza il 23 luglio 1878 e morì in combattimento a Castelnuovo del Carso il 26 luglio 1915.
Compiuti gli studi nel Ginnasio di Castrovillari, conseguì la licenza liceale nel Liceo di Cosenza ed iscritto nella facoltà di giurisprudenza dell’Università di Napoli si laureò in legge nel 1902.
Chiamato alle armi nel gennaio 1903 nel 26° reggimento fanteria, frequentò un corso per allievi ufficiali e nominato sottotenente di complemento prestò servizio di prima nomina nell’85° reggimento. Congedato nel settembre 1903 e superati gli esami di procuratore legale, fu iscritto all’Albo ed esercitò la professione nel Tribunale di Castrovillari. Versato nello studio dell’agronomia si interessò attivamente della sua vasta azienda agricola nella quale apportò migliorie importanti con i più moderni sistemi di lavorazione. Eletto consigliere comunale nel suo paese natale, fu poi nominato sindaco nel 1914 e, come primo magistrato cittadino, svolse apprezzata opera di saggia amministrazione. Richiamato alle armi per mobilitazione nel 142° reggimento fanteria della brigata Catanzaro di nuova formazione, dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, passò il confine il 7 giugno 1915 e raggiunse la zona di operazioni nel settore del Carso, verso Fogliano.
Durante la seconda battaglia dell’Isonzo, entrato in azione il 25 luglio, fu esempio di ardimento al suo plotone della 7^ compagnia nel combattimento. Ma l’opera sua rifulse per tenacia e valore il successivo giorno 26, quando, sottoposto ad un violento contrattacco avversario, resistette impavido sulla posizione, animando col suo fermo contegno i soldati. Nel pomeriggio, in una pausa di fuoco, si spinse arditamente in ricognizione allo scopo di riconoscere l’entità e l’efficienza del nemico in vista di un nuovo attacco. Ripreso il combattimento e incalzato dal nemico, non volle cedere di un passo. Circondato, rifiutò di arrendersi e con supremo sprezzo della vita si lanciò alla baionetta con i pochi superstiti del plotone, trascinando con l’eroico esempio tutto il battaglione nella battaglia. Colpito a morte cadde, così, gloriosamente fra i soldati.
Alla sua memoria, con d. l. del 1° giugno 1916, venne concessa la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Circondato col proprio plotone da preponderanti forze nemiche, essendogli stato intimato di arrendersi, rifiutò di darsi prigioniero, trascinando anzi i superstiti del suo reparto all’assalto e continuando a combattere finché cadde, colpito a morte. La sua eroica condotta determinò nel battaglione quel movimento di contrassalto, che valse a fugare l’avversario e ad assicurare la vittoria. Castelnuovo del Carso, 26 luglio 1915.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 62.