ALBERTINI Giuseppe

ALBERTINI GIUSEPPE045di Mauro e di Caterina Gallarati, nacque a Milano il 15 gennaio 1892. Risiede a Milano.
Prestò servizio militare di leva nel 7° reggimento fanteria nel 1913. Richiamato per mobilitazione nel maggio 1915, entrò in guerra col 159° reggimento fanteria e per i combattimenti sull’Altipiano di Asiago del giugno 1916 fu promosso caporale per merito di guerra; quindi a M. Zebio, il 6 luglio, fu decorato di medaglia di bronzo al valore. Frequentato a Brescia un corso per allievi ufficiali mitraglieri e nominato aspirante ufficiale, nell’agosto 1917, tornò al fronte. Volontario nel XVI, divenuto poi XXV, battaglione d’assalto Fiamme nere e promosso sottotenente di complemento, fu decorato di altra medaglia di bronzo a Melette di Gallio, il 10 novembre 1917, e di medaglia d’argento al valore a M. Val Bella, il 29 gennaio 1918. Promosso tenente, al comando di una sezione mitraglieri Fiat della 1^ compagnia nella battaglia del solstizio, due volte ferito, fu decorato di medaglia d’oro al v. m., concessagli con d. l. 23 marzo 1919 con la seguente motivazione:

 Magnifica figura di ufficiale, in campagna fin dal suo inizio, provato in numerosi combattimenti, in cui brillarono costantemente il suo fulgido eroismo e il suo altissimo spirito di sacrificio, comandante di una sezione di mitragliatrici d’assalto, con irresistibile slancio, alla testa dei suoi uomini, muoveva all’attacco di una ben munita posizione nemica, e vi arrivava per primo, distruggendone il presidio. Concentratosi sulla linea conquistata il fuoco di quattro mitragliatrici avversarie che cagionavano forti perdite, postava le proprie armi in sito sprovvisto di riparo e, manovrandone una personalmente, le controbatteva efficacemente, riducendole al silenzio. Contrattaccato da forti masse nemiche, unico ufficiale in linea e con la sezione ridotta a pochi uomini, resisteva con disperata tenacia per oltre due ore, infliggendo forti perdite all’avversario e dando agio ai rincalzi di sopraggiungere. Il giorno dopo, costretta la linea a ripiegare per uno sfondamento laterale, di propria iniziativa, proteggeva il movimento di ritirata con le proprie armi, infliggendo al nemico nuove fortissime perdite e contrastandone per lungo tempo l’avanzata. Esaurite le munizioni ed accerchiato, all’avversario che gli intimava la resa, rispondeva fieramente: No! son fiamma nera! ed a colpi di bombe si apriva la strada, ponendosi in salvo con le armi. Incontrati i rincalzi, tornava con essi al contrattacco, giungendo ancora tra i primi sulla posizione, contribuendo validamente a riconquistarla e respingendo poi i furiosi contrattacchi. Ferito, non abbandonava il suo posto di combattimento, ed in una azione di pattuglia distruggeva a colpi di bombe una mitragliatrice nemica, mettendone fuori combattimento i serventi. Fulgido esempio di tenacia e di valore. – S. Pietro Novello, Fosso Palumbo, 17 – 19 giugno 1918.

Combatté, poi, sul Pertica, a Vittorio Veneto ed in Asia Minore dall’aprile all’ottobre 1919. Congedato, riprese la sua attività commerciale. Ufficiale nella riserva, ottenne la promozione a tenente colonnello dal gennaio 1952.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 108.