ARBASI Angelo

ARBASI ANGELO020di Pietro e di Colomba Spadari, nacque a San Fiorano di Milano il 27 luglio 1895 e morì a Lodi il 25 gennaio 1963.
Modesto agricoltore della bassa lodigiana, fu chiamato alle armi nel gennaio 1915. Assegnato alla 1a compagnia del I battaglione del 92° reggimento, pochi mesi dopo, in maggio, raggiunse la zona di radunata in Cadore, fra Sedico e Longarone, ed alla dichiarazione di guerra all’Austria si portò ad Auronzo. Partecipò ai combattimenti del mese di luglio durante il primo balzo offensivo oltre il Passo di M. Croce di Comelico, verso lo sbarramento di Sexten e a Forcella di Dignas dove la linea fortificata di trinceramenti austriaci ne arrestò l’impeto. Nell’attacco del successivo 4 agosto a M. Rothech, il I battaglione del reggimento, dopo una penosa marcia notturna di avvicinamento, giunse di sorpresa sulle difese nemiche ed, aperti alcuni varchi, si portò con fulmineo balzo in una forte posizione sulla sommità del monte, impegnando con gli austriaci una dura e violenta lotta, durata otto lunghe ore. Nell’azione per la quale la Bandiera del reggimento fu decorata di medaglia d’argento al v. m., rifulse il personale ardimento del fante Arbasi che meritò la medaglia d’oro al v. m., conferitagli con r. d. del 28 settembre 1919 e la seguente motivazione:

Ferito ad un braccio mentre, ritto nella persona, tagliava i reticolati nemici, visto cadere il, proprio ufficiale, che gli era vicino, mise fuori combattimento l’uccisore. Nell’accingersi poi a porre al sicuro la salma del superiore, essendo stato ordinato l’assalto alle trincee avversarie, vi partecipò con mirabile valore per ben due volte, tornando non appena possibile, ad ultimare il generoso compito già prima interrotto. In seguito, ferito ad una spalla, continuò a combattere con impareggiabile tenacia; colpito per la terza volta, si slanciò con furia sulla trincea nemica, infliggendo gravissime perdite ai difensori della stessa. Si portò quindi strisciando sul terreno, in altro tratto di trincea avversaria, dalla quale continuò a far fuoco per ancora 5 ore, dopo che il suo battaglione aveva ripiegato, ritirandosi infine egli stesso durante la notte e riportando ancora utili informazioni. Fulgido esempio di costante ardimento e di incomparabile fermezza. Monte Rothech, 4 agosto 1915.

Dopo aver riportato altre due ferite in combattimento a Col di Lana nell’ottobre successivo e sul M. Sief il 28 ottobre 1916, dal novembre di quell’anno passò nella specialità mitraglieri e col grado di caporale fu nella 1120a compagnia mitragliatrici del 241° reggimento fanteria. Dal gennaio 1919 fu poi in Libia e nel novembre dello stesso anno fu congedato. Ritornato nel lodigiano, si trasferì a Lodi dove venne assunto da quel Municipio come messo dell’Ufficio Ragioneria e per lunghi anni assolse quel modesto incarico nel più assoluto riserbo, ma fiero del dovere compiuto verso la Patria.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 66.