BAZZI Carlo

BAZZI CARLO058di Fausto e di Giuseppina Boerci, nacque a Milano il 12 gennaio 1883 e morì in combattimento a San Martino del Carso il 13 marzo 1916.
Conseguito il diploma di costruttore edile, fu assunto dall’Ufficio di Igiene del Comune di Milano per dirigere i lavori di costruzione dell’ospedale di Dergano in collaborazione con le autorità mediche comunali. Compiuto il lavoro e lasciato l’impiego, si dedicò alla libera attività con notevole profitto, per le sue capacità professionali e l’impegno nel lavoro. Un suo sistema di costruzione antisismica gli valse nel 1910 il plauso dei tecnici milanesi e la nomina a membro dell’Accademia parigina degli inventori. Dopo avere assolto gli obblighi di leva quale sottotenente di cpl. nel 29° reggimento fanteria negli anni 1902 e 1903, fu richiamato per due brevi periodi di istruzione nel 1907 e nel 1910 presso il 1° reggimento alpini e nel maggio 1911 ottenne la promozione a tenente. Alla vigilia della dichiarazione di guerra all’Austria – Ungheria, nel marzo 1915 lasciò la sua attività perché richiamato per mobilitazione nel 1° reggimento alpini e col  battaglione Mondovì entrò in guerra nel maggio successivo in zona Carnia, nel settore del Pella, in prossimità del confine di Pontebba. Dopo avere combattuto sul Cukla e sul Rombon, meritandosi anche una proposta per la concessione di medaglia d’argento, con la promozione a capitano nel settembre successivo dové lasciare i suoi alpini per assumere il comando della 5^ compagnia del II battaglione del 9° reggimento fanteria della brigata Regina, schierato sulle posizioni di S. Martino del Carso, dove per le rinnovate prove di valore date fu ancora proposto nell’ottobre dello stesso anno per la concessione di altra medaglia d’argento al v. m. Il 13 marzo 1916, durante la quinta battaglia dell’Isonzo per la conquista del ridottino di S. Martino, chiamato il Fortino, mentre raggiunta la trincea nemica, sdegnando ogni riparo, incitava i suoi fanti a resistere, cadde valorosamente combattendo. Scrisse di lui il Duca d’Aosta, comandante della 3a Armata: simile all’eroe leggendario che con la sua perizia, col suo valore, col suo ardimento illustra una delle più belle pagine della storia. La motivazione della medaglia d’oro al v. m., conferitagli alla memoria con moto proprio sovrano del 3 giugno 191 6, consacra l’eroico episodio:

Alla testa del proprio reparto, con mirabile e cosciente ardimento, irrompeva, entrandovi per primo, in un saldo trinceramento nemico, impadronendosene e catturandone i difensori ed una mitragliatrice. Contrattaccato da forze superiori, diede intelligenti disposizioni per la resistenza riuscendo a respingere l’attacco. Mentre più accanito era il combattimento, egli, bell’esempio di italiche virtù militari, sdegnoso di ogni riparo, dall’alto della trincea, imbracciando un fucile, invitava i propri dipendenti alla resistenza finché, colpito alla fronte, suggellava con una morte gloriosa il suo atto eroico. S. Martino del Carso, 13 marzo 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 144.