BELENO Giuseppe

BELENO GIUSEPPE133di Giuseppe e di Caterina Galcino, nacque a Fossato di Vico di Perugia il 31 ottobre 1863 e morì in combattimento a Gorizia il 1° novembre 1916.
Di famiglia originaria ligure, studiò e si laureò in ingegneria nel Politecnico di Torino. Attratto dalla vita militare, conseguì la nomina a sottotenente di artiglieria e dopo aver frequentata la Scuola di Applicazione fu promosso, nel 1890, tenente in servizio effettivo, assegnato al 28° artiglieria da campagna. Passò poi, dall’aprile 1892, al 29° da fortezza e, dal 1895, alla VII brigata da fortezza. Destinato alle truppe coloniali dell’Eritrea, fu in Africa dal marzo 1896 al giugno 1898. Rientrato in Italia e promosso capitano nel febbraio 1903 prestò servizio presso reparti di artiglieria da costa e da fortezza. Dall’agosto 1912 al gennaio 1914 fu in Libia e nel fatto d’arme di Misurata nel settembre 1912 fu decorato di medaglia di bronzo al v. m. Rimpatriato e collocato in ausiliaria per età, fu alcuni mesi dopo richiamato in servizio per mobilitazione nel 7° reggimento artiglieria pesante e, nel maggio 1915, fu promosso maggiore. Destinato al comando artiglieria da fortezza a Venezia, ottenne di raggiungere il fronte al comando prima del CIV gruppo d’assedio e poi del XLIII. Sul Grafemberg, sul Sabotino e durante lo svolgimento delle azioni sul Peuma, a Santa Caterina e a Castagnevizza nell’agosto 1916 si distinse in ardite ricognizioni e per le non comuni doti di coraggio e di sprezzo del pericolo dimostrati. Durante la preparazione della 9^ battaglia dell’Isonzo sul fronte della 2^ Armata, assunto il comando del LV gruppo mortai da 210 del 9° raggruppamento d’assedio, il mattino del 31 ottobre, dall’osservatorio a quota 174 di Castagnevizza diresse per tutto il giorno il fuoco delle sue batterie contro le difese austriache di quota 171 del San Marco. Investito in pieno dallo scoppio di una granata cadde eroicamente sul campo. Alla sua memoria fu conferita, con r. d. 7 agosto 1919, la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione:

Fulgida figura di comandante e di combattente, sul Grafemberg, sul Sabotino, a Santa Caterina, a Castagnevizza, diresse impavido il fuoco delle proprie batterie sempre sulle primissime linee, che egli spesse volte oltrepassò per spingersi ad immediato contatto dell’avversario e scrutarne le mosse e gli intendimenti, destando ovunque ammirazione per il suo eroismo divenuto quasi leggendario fra le truppe. Per assicurarsi personalmente di aver ben preparato l’attacco delle nostre fanterie e per poterle meglio accompagnare nei loro sbalzi, si portò in un punto avanzatissimo e, splendido esempio di valore e delle più elette virtù militari, vi rimase per circa due giorni, intrepido e sereno, sotto violento bombardamento avversario di ogni calibro fino a che, colpito in pieno da una granata nemica, vi lasciò eroicamente la vita. Gorizia, 1° novembre 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 294.