BERNOTTI Pietro

BERNOTTI PIETRO044di Roberto e di Teresa Bagliani, nacque a Casale Monferrato il 24 agosto 1884 e morì in combattimento a Sella San Martino sul Carso il 22 ottobre 1915.
Conseguita nel 1902 la licenza liceale, entrò l’anno dopo alla Scuola Militare di Modena e nel dicembre 1905 venne nominato sottotenente di fanteria nel 32° reggimento della brigata Siena. Promosso tenente nel 1908, fu collocato in aspettativa dal maggio 1912 al settembre 1913, per malattia contratta in servizio. Destinato al 38° reggimento della brigata Ravenna, con la promozione a capitano nel gennaio 1915, fu trasferito al 37° reggimento della stessa brigata ed assegnato poco dopo al 155° reggimento della brigata  Alessandria, di nuova formazione. Assunto il comando dell’8^ compagnia del reggimento dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, partì per il fronte il 1° giugno. Fu prima sul Garda, poi, dal 6 luglio, sull’Isonzo, facendo parte della 3^ Armata. Schierato nella zona ai piedi del San Michele, nel tratto San Martino, Bosco Cappuccio, Castelnuovo, sostenne nella dura vita di trincea i primi sanguinosi combattimenti del luglio e dell’agosto 1915, combattimenti che raggiunsero la massima violenza nell’ottobre successivo durante l’offensiva autunnale contro il trincerone. Nelle alterne vicende della lotta nei giorni 20 e 21 ottobre, solo l’8^ compagnia del capitano Bernotti, in linea al lato nord del paese di San Martino, tenne saldamente la posizione. Ripresa poi l’azione e ricevuto l’ordine di occupare il San Michele, la mattina del 22 ottobre, mosse decisamente all’attacco conquistando i primi due ordini di sbarramenti del monte. Quindi con rinnovato impeto, alla testa dei suoi fanti, conquistò anche la terza e la quarta trincea che formavano la roccaforte nemica e dopo una lotta accanita e travolgente costrinse alla resa una intera compagnia austriaca con tutti i suoi ufficiali. Investito poi nella notte da un violento contrattacco in forze sferrato dal nemico e minacciato di accerchiamento, il Bernotti dispose i suoi uomini per una disperata difesa e, deciso a non abbandonare la posizione, imbracciato un fucile si batté animosamente fra i suoi soldati. Mentre nel pieno del combattimento si sporgeva con la sua alta figura dal riparo, cadde colpito da una fucilata. Era quasi l’alba. Dice la motivazione della medaglia d’oro al v. m., concessagli con moto proprio sovrano dell’8 dicembre 1915:

Comandato a mantenere ad ogni costo la posizione di San Martino, la cui perdita avrebbe compromesso le successive operazioni, votatosi alla morte per adempiere il suo dovere, disse ai suoi soldati: Ragazzi! abbiamo l’ordine di non retrocedere; non importa se gli altri se ne vanno; noi resteremo qui anche se dovessimo morire tutti!, ed impugnato un fucile contro i nemici che ormai lo stringevano da presso, cadeva colpito da una pallottola alla fronte. – Sella di San Martino, 22 ottobre 1915.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 114.