BONGIOANNI Emilio

BONGIOANNI EMILIO043di Angelo e di Maria Cristina Costa, nacque a Torino il 30 settembre 1898 e morì in combattimento a Selva di Montello il 19 giugno 1918.
Trasferitosi ancora fanciullo con la famiglia a Udine, per la nomina del padre a direttore di quella Biblioteca Comunale, ivi frequentò le scuole medie e conseguì la licenza liceale nel Liceo Jacopo Stellini. Allo scoppiare della guerra europea, poco più che sedicenne, chiese di arruolarsi fra i volontari garibaldini, ma il suo desiderio non poté essere accolto per la giovane età. Nell’ottobre 1916, appena in età per arruolarsi volontario fu assegnato al 57° reggimento fanteria della brigata Abruzzi. Ottenuta la nomina ad aspirante al termine di un corso per allievi ufficiali di complemento, passò al 96° reggimento fanteria della brigata Udine e combatté valorosamente a Plava, nel maggio 1917, dove riportò una prima ferita e fu decorato di medaglia di bronzo al valore. Promosso sottotenente nel giugno mentre era ricoverato in ospedale per la ferita, ancora convalescente, volle tornare al suo reggimento in linea e, nella battaglia della Bainsizza, dell’agosto successivo, venne proposto per una medaglia d’argento, combattendo per la conquista di quota 747 e dei villaggi di Descla e Britof che, dopo poderosi attacchi, vennero conquistati. Il 27 ottobre, in seguito al ripiegamento delle Armate al Piave, passato il Tagliamento al ponte di Madrisio, il 7 novembre raggiunse la riva destra del Piave a presidio della testa di ponte di Vidor. Promosso tenente, nel febbraio 1918, e prescelto per i reparti d’assalto, preferì rimanere fra i suoi fanti friulani del 96° reggimento e dopo essersi meritato un encomio solenne, alcuni giorni dopo si coprì di gloria nei combattimenti sul Montello durante la battaglia del Piave, nel giugno 1918. Al comando di un plotone della 1^ compagnia del I battaglione, il giorno 19, si lanciò all’assalto di una posizione fortemente difesa dagli austriaci ed impegnò i difensori in una furiosa lotta a corpo a corpo; ferito per ben tre volte, cadde eroicamente sul campo.
Alla memoria del prode e giovane ufficiale fu conferita, con d. l. del 23 marzo 1919, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Alla testa del proprio plotone, precedendo il battaglione, si slanciava decisamente all’attacco di posizioni fortemente munite, che in pochi minuti conquistava ed oltrepassava. Venuto alla lotta a corpo a corpo coll’avversario, e ferito in più parti da schegge di bomba, incurante del dolore, sempre alla testa dei suoi uomini, continuava ad avanzare. In un secondo sbalzo, combattendo contro nuclei nemici che invano tentarono fermare l’irruenza e l’impeto dei suoi soldati, rimasto ferito una seconda volta, medicatosi alla meglio, continuava a combattere. Sereno, calmo e sorridente davanti al pericolo, sempre esposto in mezzo ai suoi, fulgido esempio di tenacia e valore, colpito per la terza volta ed a morte, cadde gloriosamente sul campo. Montello, 19 giugno 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 104.