BRIGHENTI Costantino

MOVM CONCESSA PER FATTI D’ARME SVOLTESI IN TRIPOLITANIA NEL 1915

BRIGHENTI COSTANTINO142di Callimaco e di Carolina Derossi, nacque a Torino il 20 novembre 1865 e morì in prigionia a Beni Ulid in Tripolitania, il 16 maggio 1916.
Dal Collegio Militare di Firenze passò, nel 1883, alla Scuola Militare di Modena dove ottenne le spalline di sottotenente nell’agosto 1885, con destinazione al 30° reggimento fanteria della brigata Pisa. Promosso tenente nel 1888, fu assegnato al 25° reggimento e dall’agosto 1891 passò al 36° fanteria. Destinato alle truppe coloniali dell’Eritrea, partecipò alla breve campagna del 1896 combattendo ad Adua con la 4^ compagnia del XVI battaglione fanteria d’Africa e meritando un encomio solenne per il coraggio dimostrato nella battaglia. Rientrato in Italia e destinato al 30° reggimento Pisa, con la promozione a capitano, nel 1902, fu trasferito al 1° reggimento fanteria Re. Poco dopo raggiunse il nostro Corpo di spedizione in Cina rimanendovi tre anni. Nel 1906 ritornò in Eritrea nel IV battaglione indigeni; comandò dall’ottobre 1908 la 2^ compagnia cacciatori ed infine, dal luglio 1912, la  1^ compagnia del III battaglione eritreo, col quale partì per la Tripolitania, e nelle operazioni del Gebel fu decorato di medaglia di bronzo al v. m. Promosso maggiore dal gennaio 1913, costituì il II battaglione libico col quale, dopo aver preso parte  all’occupazione di Nufilia, nella Sirtica, passò a presidiare Tarhuna, ove condusse anche la moglie. Nell’aprile 1915, aggravatasi la situazione politico-militare, lasciò Tarhuna e temporaneamente la consorte, per assumere il comando del presidio di Beni Ulid, divenuto dopo lo sgombero del Giofra uno dei caposaldi più avanzati dell’occupazione italiana. Ma dopo pochi giorni i ribelli assediarono contemporaneamente le due località di Beni Ulid e di Tarhuna. La guarnigione di Beni Ulid si difese con grande valore, ma falliti i tentativi due volte ripetuti per liberarla da parte di due colonne inviate in soccorso e vista l’impossibilità di ulteriore resistenza per mancanza di viveri e munizioni, il Governo militare della colonia dette al maggiore Brighenti l’ordine di capitolare. Questi, dopo un anno di dura prigionia, affranto dalla notizia della brutale uccisione della consorte, il 16 maggio 1916 si toglieva volontariamente la vita. Alla sua memoria venne concessa, con d. l. 11 febbraio 1917, la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione:

Durante il lungo blocco di Beni Ulid, diede tali prove di fermezza d’animo, di energia e di coraggio da destare alta ammirazione e fervido affetto nelle sue truppe, le quali lo avrebbero con fiero ardimento seguito in una vigorosa azione in campo aperto, da lui già ideata e predisposta, se la disperata situazione non avesse imposto ineluttabilmente al presidio di arrendersi, nonostante tanto fulgido eroismo. Morì dopo un anno di prigionia. Beni Ulid (Libia), maggio-giugno 1915.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 314.