CALDIERI Luigi

CALDIERI LUIGI137di Giuseppe e di Giulia Raja, nacque a Firenze il 1° gennaio 1871 e morì in combattimento a San Grado di Merna il 2 novembre 1916.
Dal Collegio Militare di Roma entrò alla Scuola Militare di Modena e nel 1889 fu nominato sottotenente, assegnato al 72° reggimento fanteria. Promosso tenente nel 1893, due anni dopo partì per l’Eritrea dove, col VII battaglione fanteria d’Africa, partecipò alla battaglia di Adua del 1° marzo 1896, e fu decorato di medaglia di bronzo al v. m. Promosso capitano nel 1905 e compiuti i corsi della Scuola di guerra, nel 1909 fu trasferito nel Corpo di Stato Maggiore e destinato in servizio presso i Comandi delle Divisioni di Alessandria e di Livorno. Nella campagna di Libia, addetto al comando della 1^ divisione speciale, un’altra medaglia di bronzo al v. m. premiò il suo coraggio nel fatto d’arme di Assaba del 23 marzo 1913. Rimpatriato e promosso maggiore nel febbraio 1915, dopo aver fatto parte del comando del IV C. d’A. mobilitato dall’aprile, assunse nell’ottobre, con la promozione a tenente colonnello, il comando del II battaglione del 75° reggimento fanteria  Napoli, quindi il comando interinale del reggimento. Con indomabile energia, fece di esso un organismo saldo e disciplinato, esaltandone lo spirito militare, e per i brillanti risultati conseguiti nei combattimenti del giugno 1916 sulle alture di Monfalcone, fu promosso colonnello per merito di guerra e la Bandiera del reggimento fu decorata di medaglia d’argento al v. m. Nell’offensiva dell’autunno, iniziata il 31 ottobre, ancora alla testa del suo reggimento nella zona di Gorizia, ebbe il compito di attaccare le posizioni nemiche sulle pendici boscose del Nad Logem e dell’altura di San Grado di Merna. Iniziata l’azione vivacemente contrastata da parte del nemico, il 10 novembre si spinse arditamente in avanti con i suoi battaglioni costringendo gli austriaci a ripiegare. Dopo aver dato le necessarie disposizioni per fronteggiare ogni possibile ritorno offensivo nemico, il 2 novembre, portatosi là dove maggiore era il bisogno della sua parola e del suo esempio, cadde colpito a morte da una raffica di mitragliatrice, sparata dagli austriaci in ritirata, concludendo col sacrificio della vita l’eroica azione.
Alla memoria del valoroso colonnello fu concessa, con d. l. del 31 dicembre 1916, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Costante esempio a tutti di sprezzo del pericolo, di fede incrollabile nella vittoria, di devozione al dovere, nell’attacco di una fortissima posizione si slanciava alla testa dei suoi battaglioni per infondere loro quell’impeto che solo poteva avere ragione dell’accanita resistenza nemica. A pochi passi dalle mitragliatrici avversarie, oltre la trincea dal suo valore conquistata, cadeva colpito a morte, coronando con una eroica fine la sua efficace opera di ardimentoso comandante. San Grado di Merna (Gorizia) , 2 novembre 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 302.