CHINOTTO Antonio

CHINOTTO ANTONIO116di Antonio Bernardo e di Carolina Chiesa, nacque ad Arona di Novara il 28 settembre 1858 e morì il 25 agosto 1916 nell’ospedale di Udine.
Di patriottica famiglia vicentina, laureatosi in ingegneria elettrotecnica, entrò diciottenne nell’Accademia Militare di Torino ed ottenne le spalline di sottotenente nell’Arma del Genio nel 1880 assegnato al 1° reggimento. Promosso tenente alla fine dell’anno seguente, frequentò la Scuola di Guerra e nel 1887 fu promosso capitano. Ufficiale colto e studioso fu per lungo tempo uno dei più apprezzati elementi dello Stato Maggiore. Ebbe le successive promozioni a scelta e da maggiore generale, nel 1911, assunse il comando della brigata Re. Nel febbraio 1915 fu chiamato a costituire la brigata Piacenza coi reggimenti 111° e 112°. Raggiunta la zona di operazioni sul fronte carsico il 28 maggio successivo, partecipò a tutti i più importanti combattimenti svoltisi in quel settore ed il 25 luglio, due volte ferito in battaglia, fu decorato di medaglia d’argento al v. m. Le brillanti azioni da lui successivamente svolte sul San Michele, a San Martino e a Bosco Cappuccio gli valsero, nel dicembre 1915, la promozione a tenente generale per merito di guerra. Assunto il comando della 32^ divisione nel settore di Plava, che dové lasciare nel marzo 1916 per grave malattia, nel maggio successivo, ancora convalescente, tornò in linea al comando della 14^ divisione. Nell’imminenza della sesta battaglia dell’Isonzo studiò un ardito piano per la conquista delle alture di Monfalcone e lo diresse personalmente dal 6 all’11 agosto 1916, adagiato su una poltrona, per il riacutizzarsi del male, finché esausto fu a viva forza trasportato in un ospedale di Udine dove gli giunse la promozione a generale di Corpo d’Armata per merito di guerra. Si spense la sera del 25 agosto 1916. Con moto proprio sovrano del l° gennaio 1917, gli fu concessa la medaglia d’oro al v. m. alla memoria con la seguente motivazione:

Sul Carso, comandante di brigata, ferito due volte il 25 luglio 1915 e nuovamente l’8 agosto, volle rimanere alla testa delle sue truppe, che guidò alla conquista di forti trinceramenti nemici, dando continua prova di tenacia e di sprezzo del pericolo. Sul medio Isonzo, comandante di divisione, sebbene in precarie condizioni di salute, lasciò il comando solo allorché dovette farsi operare. Appena in condizioni di reggersi in piedi, chiese ed ottenne di tornare al posto di combattimento; destinato al comando del settore di Monfalcone, lo tenne fino agli ultimi giorni di sua vita; mirabile esempio a tutti del più alto spirito di sacrificio e delle più belle virtù militari. Prode condottiero, valoroso soldato, morì dopo aver consacrato alla Patria anche le estreme energie, solo deplorando di non poter più nulla dare all’Italia ed al suo Re. Altipiano Carsico, Medio Isonzo, Settore di Monfalcone, luglio 1915 – agosto 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 260.