CORSI Ugo

UGO CORSI017di Antonio e di Violante Margherini, nacque a Firenze il 6 aprile 1894 e cadde in combattimento sul Dosso Faiti il 23 maggio 1917.
Nato in modesta famiglia di artigiani ed avviato al mestiere di falegname, fu educato all’amor di Patria dal padre che, giovanetto, fuggito di casa, aveva combattuto con Garibaldi a Mentana. Già alle armi quando fu dichiarata la guerra all’Austria, il 24 maggio 1915, soldato nel 20° reggimento fanteria, col più vivo entusiasmo partecipò ai primi fatti d’arme nella zona di Lucinico. Nella seconda battaglia dell’Isonzo, il 18 luglio 1915, nell’attacco al Monte San Michele del Carso, volontariamente offertosi di portare e fare brillare tubi esplosivi per aprire varchi nei reticolati nemici di Bosco Cappuccio, compì l’operazione con ammirevole slancio e sangue freddo, sotto l’intenso fuoco avversario e meritò la prima medaglia di bronzo al valore. Pochi giorni dopo, il 23 luglio, gli venne conferita la seconda medaglia di bronzo perché volontariamente prendeva parte ad un audace e pericoloso pattugliamento, riuscendo, con altri pochi animosi, a penetrare nelle trincee del bosco triangolare del Carso ed a far prigioniero un numeroso gruppo di soldati austriaci. Né qui si arrestò il suo generoso impeto, perché il 13 marzo 1916, sul Monte San Michele, ancora volontariamente si offrì di aprire un varco nei reticolati nemici e, raggiunte per primo le opposte difese, impavido le tenne, benché ferito, sotto il fuoco del suo fucile, meritando così la terza medaglia di bronzo al valore. Trasferito al 47° reggimento fanteria, durante l’offensiva del maggio 1917 quale porta-ordini del comando, fu instancabile, pronto ed audacissimo nel percorrere le zone più pericolose per assumere e dare informazioni ai reparti. Nell’azione del 23 maggio, durante l’attacco al Dosso Faiti, postosi nei pressi di un camminamento avanzato verso le trincee nemiche, violentemente battuto dall’artiglieria avversaria, incitava i suoi compagni a lanciarsi all’assalto. E quando il fuoco nemico divenne più intenso, non esitò a lanciarsi anch’egli in avanti, trascinando gli altri col suo esempio, e valorosamente combattendo cadde, travolto dallo scoppio di una granata. Alla memoria dell’eroico soldato fu conferita, con d. l. del22 novembre 1917, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Fulgido esempio di eroismo nei numerosi combattimenti cui prese parte, si pose volontariamente davanti ad un obbligato sbocco offensivo, già individuato dal nemico e tenuto sotto un violento fuoco di sbarramento, e vi riordinò e incuorò con la voce e col gesto le ondate di assalto soggette a forti perdite. Quando, per l’infuriare del fuoco nemico, giudicò non sufficienti gli incitamenti, conscio di andare incontro alla morte, si slanciò sotto la tempesta di proiettili, e trascinò avanti, con l’esempio, un’ultima ondata. Colpito dallo scoppio di una granata, cadeva gloriosamente, trovando ancora la forza di incuorare i compagni alla lotta. Dosso Faiti, 13 – 23 maggio 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 50.