DE BERNARDI Lamberto

LAMBERTO DE BERNARDI088di Alfredo e di Lorenzina Guasco, nacque a Torino il 4 aprile  1898 e morì in combattimento a Gallio il 10 novembre 1917.
Di famiglia piemontese trasferitasi a Milano, conseguita la licenza nella scuola tecnica Barnaba Oriani, interruppe gli studi per coadiuvare il padre ed i fratelli nella loro attività industriale. Il 24 maggio 1915, alla dichiarazione di guerra all’Austria, spinto da ardente amor di Patria, tentò con ogni mezzo di partire per il fronte insieme con i suoi due fratelli alle armi che caddero, poi, anch’essi valorosamente sul campo. Arruolatosi appena diciassettenne in un battaglione volontari ciclisti, soltanto l’anno dopo, nel giugno 1916, poté soddisfare il suo desiderio di essere inviato al fronte col 5° reggimento bersaglieri, lo stesso reggimento al quale aveva appartenuto il fratello, sottotenente Carlo, caduto a Tolmino nell’ottobre 1915. Nominato aspirante ufficiale nel novembre 1916, passò al 13° reggimento bersaglieri, di nuova costituzione, col quale combatté nelle trincee del Cauriol, sulle Dolomiti. Con la promozione a sottotenente nell’aprile 1917, ritornò al 5° reggimento, in linea sull’Altipiano di Asiago, e, il 19 giugno, pel combattimento su Monte Zebio, ferito anche ad una mano da scheggia di bomba, fu decorato di medaglia di bronzo al valore. Non ancora perfettamente guarito, ritornò in linea e, sempre sul Monte Zebio, nuovamente ferito il 17 settembre successivo, ottenne un encomio solenne per il suo comportamento nella battaglia. Durante il ripiegamento dall’Isonzo al Piave, dopo i tragici avvenimenti di Caporetto, ottenne di essere assegnato al XVI battaglione d’assalto, 3^ compagnia. Il 10 novembre, poco prima dell’alba, quando il battaglione ebbe l’ordine di rioccupare il posto avanzato di Gallio, sull’Altipiano di Asiago, di cui il nemico si era impadronito dopo una violenta battaglia, il De Bernardi si lanciò all’assalto alla testa di un plotone di arditi, riconquistò la posizione e ne ricacciò l’invasore. Nel turbine della lotta, colpito ripetutamente dal fuoco nemico, cadde eroicamente sul campo, mentre incitava i suoi arditi a non dar tregua all’avversario in ritirata.
Alla memoria dell’eroico ufficiale, con d. l. del 3 marzo 1918, venne concessa la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Volontario fin dall’inizio della guerra, già due volte ferito, caduti due suoi fratelli sul campo, volle tornare ancora in prima linea. Comandante di un plotone d’assalto, alla testa dei suoi arditi, affrontava per primo e respingeva il nemico che, forte di numero, tentava di forzare le nostre difese. Ferito, rifiutava ogni soccorso e continuava a guidare il proprio reparto in ostinati e ripetuti contrattacchi, finché colpito nuovamente a morte baciava il sacro suolo della Patria e spirava incitando ancora una volta con la parola e col gesto i suoi soldati che, esaltati dal fulgido esempio, coronavano l’azione con la vittoria. Gallio (Altipiano di Asiago), 10 novembre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 190.