DE LELLIS Gregorio

MOVM CONCESSE PER FATTI D’ARME SVOLTISI POSTERIORMENTE AL 4 NOVEMBRE 1918 IN ALBANIA ED OLTREMARE

DE LELLIS GREGORIO103di Mattia e di Filomena Ferrante, nacque a Pastena di Frosinone il 13 marzo 1894 e morì il 30 aprile 1922 nell’ospedale militare di Trapani per ferite riportate in combattimento.
Conseguito il diploma nella scuola magistrale Pizzi di Caserta nel 1911 e chiamato alle armi nel dicembre 1914 nel 16° reggimento fanteria, partecipò alla guerra contro l’Austria dal maggio 1915 col grado di sottotenente assegnato al 58° reggimento. Ferito due volte in combattimento a Monfalcone il 26 ottobre e il 9 novembre, non volle abbandonare il campo della lotta. Trasferito a domanda dall’aprile 1916 nelle truppe coloniali della Tripolitania, ed assegnato al XV battaglione eritreo fu promosso tenente nell’agosto successivo. Per i combattimenti sostenuti dal 4 al 20 settembre 1917 ad Agilat el Mekmen fu decorato di medaglia d’argento al valore. Con la promozione a capitano dall’agosto 1918 passò al XIII battaglione eritreo e per il valore dimostrato nel respingere gli attacchi degli arabi ribelli nelle battaglie dell’8 febbraio 1919 a Ngila Uled ben Mariem e di Gargusa il 10 febbraio successivo, fu decorato di medaglia di bronzo e di croce di guerra al valore. Rimpatriato nel dicembre 1919, due anni dopo, nell’ottobre 1921, ritornò in colonia assegnato al VI battaglione libico assumendo il comando della 1^ compagnia. Nel periodo molto travagliato della vita di quella colonia, ove gli arabi erano in aperta rivolta, all’azione energica e risoluta che doveva riportare la pace nel territorio, contribuì efficacemente il personale valore del capitano De Lellis. Portatosi con la sua compagnia in avanguardia, il 29 aprile 1922 attaccò le formazioni ribelli e con ardita azione avvolgente mosse a disimpegnare altra compagnia del battaglione, assalita dagli arabi annidati intorno ad un marabutto a Suani Ben Aden. Lanciatosi quindi alla baionetta alla testa dei suoi ascari contro di essi e fatto segno a fuoco violento di fucileria, continuò imperterrito ad avanzare fino alla conquista della posizione, nonostante le forti perdite di uomini subite ed egli stesso fosse già ripetutamente colpito al petto ed al fianco. Una terza ferita mortale ne troncò la giovane vita. Alla sua memoria fu concessa, con r. d. 3 giugno 1924, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Comandante di una compagnia di ascari libici, ai quali aveva trasfuso la fede della sua nobile anima, e la fermezza del suo ammirevole coraggio, compiva atti di valore a quota 35 (Zavia), ed a Sidi Nasser. Comandante di una compagnia di avanguardia all’espugnazione di Suani Ben Aden, con nobile slancio di cameratismo si impegnava su una posizione laterale della direttrice di marcia, fortemente apprestata a difesa dal nemico. Ferito una prima volta all’addome, non desisteva dal rincuorare i suoi uomini; ferito una seconda volta alla gamba rivolgeva il suo pensiero alla compagnia che subiva forti perdite. Una terza pallottola gli strappava con la vita sua nobile il supremo grido di Viva l’Italia!. Fulgido esempio delle più alte virtù militari. – Suani Ben Aden (Libia), 29 aprile 1922.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 228.