DEL GROSSO Mario

MARIO DEL GROSSO 012di Lorenzo e di Margherita Gianoli, nacque a Prata Camportaccio di Sondrio il 24 luglio 1893 e morì nella 3^ Sezione di Sanità a Plava il 17 maggio 1917 in seguito a ferite riportate in combattimento.
Unico figlio maschio di modesta famiglia di artigiani, compiuti i corsi della scuola tecnica, trovò impiego, in qualità di contabile, in una impresa di costruzioni stradali e ferroviarie, prestandovi apprezzata opera. Chiamato alle armi nell’agosto 1914, fu arruolato nel 73° reggimento fanteria e, trattenuto alle armi dal febbraio 1915, per mobilitazione, tre mesi dopo, il 24 maggio, per la dichiarazione di guerra all’Austria, dalla zona di radunata raggiunse il fronte. Frequentato un corso per allievi ufficiali presso il reggimento, ottenne la nomina ad aspirante nell’ottobre dello stesso anno e trasferito al 127° reggimento della brigata Firenze vi fu promosso sottotenente poco dopo. Assegnato al I battaglione e promosso tenente il 31 agosto 1916, ottenne il comando del reparto zappatori. Durante un anno di vita in trincea nel settore di Plava, si prodigò attivamente per l’esecuzione di tutti i lavori di sistemazione difensiva ed offensiva della posizione in previsione dell’attacco a Monte Kuk, occupato dagli austriaci e che gravava minaccioso su quella testa di ponte. Si rese così padrone dei particolari topografici del settore, di grande utilità per lo svolgimento dell’azione, cui anelava di partecipare. Nella fase di preparazione dell’attacco assunse il comando della 3^ compagnia e benché ferito ad una gamba, non volle abbandonare i suoi fanti. Il 14 maggio 1917, ricevuto l’ordine di muovere all’attacco, con mirabile forza d’animo uscì per primo, zoppicando, dalla trincea e sotto le raffiche delle mitragliatrici avversarie condusse i suoi uomini verso la cima contesa. Quindi assunse il comando del battaglione, per la morte del comandante, e occupata la posizione provvide a rafforzarla, mai allontanandosi dai punti di maggiore pericolo. Tre giorni dopo, mentre si recava ad un posto avanzato per la ricognizione delle posizioni avversarie, cadde colpito da scheggia di granata e poche ore dopo si spense al posto di medicazione di Plava. Dice la motivazione della medaglia d’oro al v. m. che, con d. L del 22 novembre 1917, gli fu conferita alla memoria:

Fulgida figura di eroe, in un anno di accurata e laboriosa preparazione, fu costante esempio delle più alte virtù militari. Comandante di compagnia, ferito durante il bombardamento nemico, volle conservarne il comando, e, zoppicando, guidò il suo reparto all’assalto, giungendo fra i primi sulla conquistata vetta. Caduto il comandante del battaglione, lo sostituì, e con calma e perizia dispose per il rafforzamento della posizione. Esortato dai compagni ed inferiori, che lo adoravano, a curarsi, volle rimanere al suo posto, finché, tre giorni dopo, colpito al petto da una granata avversaria, serenamente spirò, rammaricandosi soltanto di non poter più combattere per il suo Re e per la sua Patria. Monte Kuk, l 4 l 7 maggio 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 40.