FERUGLIO Manlio

MANLIO FERUGLIO110di Luigi e di Anna Visentini, nacque a Preganziol di Treviso il 28 gennaio 1892 e morì in combattimento in Val Calcino il 12 dicembre 1917.
Compiuti gli studi ginnasiali ad Udine e conseguito a Lubiana, in Austria, il diploma nella locale Scuola di Commercio, fu a Berlino per perfezionarsi nella conoscenza della lingua tedesca e per fare pratica commerciale. Impiegato presso una importante ditta, fu costretto a lasciarla ed a rimpatriare per avere reagito violentemente a parole offensive rivolte contro gli italiani. Alpinista di valore, abile ed ardito sciatore, profondo conoscitore della montagna, alla chiamata alle armi nel settembre 1912 per il servizio di leva fu assegnato al battaglione Cividale dell’8° reggimento alpini. Nel dicembre successivo passò al 3° reggimento per frequentarvi un corso per allievi ufficiali e nell’aprile 1914 ottenne la nomina a sottotenente nel 7° reggimento alpini. Trattenuto in servizio a domanda, ebbe un encomio solenne dal Comando della Divisione di Padova per avere con rischio personale provveduto, con altri generosi, al recupero della salma di un alpino caduto in un burrone durante una esercitazione. Nel maggio 1915, alla dichiarazione di guerra all’Austria, raggiunse col reggimento le valli del Cadore e a Passo Cinque Croci, in settembre, fu decorato di medaglia di bronzo al valore per il coraggio e lo sprezzo del pericolo dimostrati durante un servizio notturno di pattuglia nel quale rimase ferito dallo scoppio di una mina austriaca. Promosso tenente poco dopo e capitano nel novembre 1916, infuse nel proprio reparto l’ardore e l’amor di Patria che lo avevano sempre animato in ogni sua azione. Durante il ripiegamento dall’Isonzo al Piave, addetto alle salmerie reggimentali, volle tornare a combattere e, il 23 novembre 1917, assunse il comando della 148^ compagnia del battaglione Monte Pavione con la quale passò a presidiare un tratto di linea sul costone nord – orientale di monte Fontanel, in Val Calcino. Il mattino dell’11 dicembre, grosse unità tedesche attaccarono le posizioni della Val Calcino e il capitano Feruglio ne sostenne l’urto con mirabile calma, respingendole. Ferito gravemente al capo non desisté dal combattere e cadde colpito a morte da una scheggia di granata. Alla memoria del prode ufficiale fu concessa, con d. l. del 13 ottobre 1918, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Fulgido esempio di eccelse virtù militari, durante vari violenti attacchi nemici, ritto sui ruderi della trincea distrutta dai bombardamenti avversari, sempre primo fra tutti ove più grave era il pericolo, seppe infondere alla propria compagnia la ferrea volontà di non cedere, nonostante le perdite ingenti. Ferito una prima volta egli stesso alla testa, non desisteva dal combattere, respingendo valorosamente e tenacemente, con pochi superstiti, i reiterati attacchi di forze soverchianti nemiche, finché una scheggia di granata al petto ne troncava la nobile esistenza. Val Calcino, 11 – 12 dicembre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 234.