FIORENZA Giuseppe

MOVM CONCESSE PER FATTI D’ARME SVOLTISI POSTERIORMENTE AL 4 NOVEMBRE 1918 IN ALBANIA ED OLTREMARE

FIORENZA GIUSEPPE106di Prospero e di Chiara Rosalia, nacque a Centuripe di Enna il 23 marzo 1900 e morì a Roma il 14 febbraio 1955.
Arruolatosi volontario il 30 marzo 1918, venne assegnato al deposito del 31° reggimento fanteria. Alcuni mesi dopo, il 5 giugno 1918, raggiunse il X reparto d’assalto in zona di operazioni e partecipò alla battaglia del Piave e a quella finale di Vittorio Veneto. Congedato nel 1919 col grado di caporale, nel 1921 frequentò volontariamente un corso per allievi ufficiali di complemento e nominato sottotenente di fanteria fu destinato al 75° reggimento Napoli per il servizio di prima nomina e venne congedato nel settembre 1922. Richiamato a domanda in servizio militare nel giugno 1923 e destinato ai reparti operanti della Tripolitania, fu assegnato al I battaglione libico. Coraggioso ed audace si batté valorosamente a El Gattar il 20 settembre; a Zuatir tre giorni dopo catturò un intero accampamento di arabi ribelli; a Scemek, il 28 dicembre, con improvviso attacco costrinse i ribelli a ripiegare, catturando armi varie tra cui un obice Skoda. Dopo un anno di relativa calma, impiegato in operazioni di polizia, passò con un plotone della sua compagnia di ascari libici a presidiare Bir Tarsin, località importante non soltanto per i rifornimenti di acqua, ma anche per la sua ubicazione alle porte del Gebel. All’alba del 26 maggio 1925, attaccato da una banda ribelle di cirça 500 armati, sprezzante di ogni pericolo, fu l’anima di una resistenza eroica. Al giovane ufficiale, promosso tenente per merito di guerra, con r. d. 14 luglio 1928 venne concessa la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Già distintosi in precedenti combattimenti per spiccate qualità militari, per eccezionale valore e per sprezzo del pericolo, fu a tutti mirabile esempio di alto sentimento del dovere e di sacrificio, ed anima dell’eroica vittoriosa resistenza, durante un furioso attacco nemico condotto con forze molto preponderanti. Benché ferito, continuò a tenere con calma il comando della mezza compagnia ed a combattere assai valorosamente, incitando i dipendenti con l’esempio e con la voce; ferito di nuovo ed assai più gravemente con l’asportazione di un occhio ferita che gli causò in seguito la perdita anche dell’altro occhio – rimase al suo posto di comando e ricusò ogni aiuto per non distogliere dal combattimento uomini del reparto già assai ridotto per le ingenti perdite subite. – Uadi Uif, 11 – 12 settembre; Tarhuna- Kussabat, 13-15 settembre 1923, Zahet Fergiani el Gattar, 20 settembre 1923; Zuatir 23 settembre 1923; Scemek 28 dicembre 1923; Bir Tarsin, 26 maggio 1925.

Il suo nome è ricordato sul monumento innalzato sul posto del glorioso sacrificio a testimonianza nel tempo dell’eroica difesa. Riammesso in servizio dal 1927 e destinato come giudice al Tribunale Militare di Roma, prestò ininterrottamente la sua opera con le successive promozioni e fino a tenente colonnello, anche durante la seconda guerra mondiale, presso il comando della 2^ Armata, laureandosi successivamente in scienze coloniali.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 234.