GARRASSINI GARBARINO Giuseppe

GIUSEPPE GARRASSINI GARBARINO003di Francesco e di Fanny De Amicis, nacque a Loano di Savona l’8 gennaio 1885 e cadde in combattimento aereo nel cielo di Pola, Alto Adriatico, l’11 febbraio 1917.
Di antica e nobile stirpe ligure, entrò diciassettenne nell’Accademia Navale di Livorno. Nominato guardiamarina nel dicembre 1905 ed imbarcato sulla Benedetto Brin, ottenne a domanda il trasferimento sulla Vesuvio. Compì un lungo ciclo di navigazione nei mari d’Oriente, in Cina, dall’agosto 1906 al giugno 1909, col grado di sotto tenente di vascello. Rientrato in Patria frequentò uno dei primi corsi di abilitazione aeronautica nel campo di Centocelle e nel settembre 1910, fra i pionieri della nuova arma, ottenne il brevetto di pilota. Imbarcato sulla Piemonte compì il periplo dell’Africa ed al rientro, nel novembre 1911, venne inviato in Francia per studiare l’organizzazione di quella aeronautica militare, nel campo degli idrovolanti. Dal marzo all’agosto 1912, addetto alla base navale di Tobruk, portò un fattivo contributo alla campagna di guerra libica e fu decorato di medaglia d’argento al valore. Dedicatosi attivamente allo sviluppo dell’aviazione navale e promosso tenente di vascello, compì con un idrovolante i primi esperimenti di cooperazione aeronavale. Il 30 dicembre 1914, di ritorno da un’esercitazione, rovesciatosi in mare l’apparecchio nell’ammaraggio, riportò ferite abbastanza gravi che non intiepidirono peraltro la sua passione aviatoria. Alla dichiarazione di guerra all’Austria, svolse compiti molto importanti di organizzazione e fu dirigibilista, istruttore di piloti e collaudatore di velivoli per la Marina. Destinato nel settembre 1916 alla stazione aerea di Venezia, organizzò e condusse le più ardite ricognizioni di guerra: su Parenzo il 16 settembre, alla quale partecipò come osservatore Gabriele D’Annunzio, e su Trieste nell’agosto successivo, con il lancio di bandierine e di manifestini alla popolazione. L11 febbraio 1917, sulla rotta di ritorno dalle missioni esplorative su Pola e sul canale di Fasana, colpito in duello aereo da una raffica di mitragliatrice, caduto riverso sui comandi dell’apparecchio, riuscì nell’attimo supremo a spegnerne il motore ed a salvare con un ammaraggio di fortuna la vita dell’ufficiale, compagno di volo. Con d. l. del 10 giugno 1917 gli venne conferita la medaglia d’oro al v. m.
Dice la motivazione:

Nelle officine, tecnico esperto, rese preziosi servizi all’aviazione istruendo nuovi piloti. Sui dirigibili prima, poi capo squadriglia e comandante di stazione aerea, spiegò mirabili qualità di organizzatore. In varie azioni di guerra con esemplare ardimento condusse numerose squadriglie a bombardare i muniti obbiettivi militari nemici, finché, sprezzante di ogni pericolo, fulminato nell’aria da mitragliera nemica, orgoglioso e sereno, dette alla Patria in olocausto la vita, lasciando di sé esempio fecondo di nuovi ardimenti. Cielo di Pola, 11 febbraio 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 22.