GARRONE Eugenio

EUGENIO GARRONE114di Luigi e di Maria Ciaudano, nacque a Vercelli il 19 ottobre 1888 e morì in un ospedale austriaco il 6 gennaio 1918. Laureatosi in giurisprudenza nell’Università di Torino, nel 1910 entrò per concorso nella carriera amministrativa del Ministero della Pubblica Istruzione. Cittadino esemplare, assertore per l’intervento dell’Italia in guerra, ottenne, dopo aver subito un’operazione chirurgica, di essere dichiarato idoneo al servizio militare e si arruolò volontario, insieme al fratello Giuseppe, negli alpini per partecipare alla guerra. Nominato sottotenente di M. T. ed assegnato al 3° reggimento alpini nel marzo 1916, raggiunse il battaglione Exilles in Vallarsa, cimentandosi nelle prove più ardue ed il 1° settembre, combattendo sul Coston di Lora fu decorato di medaglia di bronzo al valore. Il successivo 9 ottobre, sul Pasubio, comandante di una sezione mitragliatrici, riportò una grave ferita ad una spalla e venne ricoverato in luogo di cura. Appena guarito ritornò in linea, sul Carso, assegnato al 3° battaglione del 265° reggimento fanteria della brigata Lecce. Il 23 maggio 1917, durante la decima battaglia dell’Isonzo, col grado di tenente, combatté a Dosso Faiti, meritando una medaglia d’argento al valore. Il suo desiderio di tornare negli alpini fu finalmente esaudito ed ottenne di essere assegnato, nel luglio, al suo vecchio battaglione, dal quale passò al  Tolmezzo, come subalterno nella 6^ compagnia comandata dal fratello Giuseppe, quando questi, dopo il ripiegamento sul Piave, raggiunse il massiccio del Grappa, a Col della Berretta. Il 14 dicembre, mentre incitava i suoi alpini alla resistenza, venne colpito al petto da pallottola di mitragliatrice. Dopo lotta accanita, fatto prigioniero dal nemico coi pochi superstiti del battaglione mentre con altri numerosi feriti si avviava al posto di medicazione, vide morire al suo fianco, travolto dallo scoppio di una granata, il fratello capitano, già gravemente ferito, e per non abbandonarlo lo vegliò tutta la notte, sulla neve. Trasportato il giorno dopo nell’ospedale austriaco di Salzburg, morì il 6 gennaio 1918. Alla sua memoria fu concessa, con r. d. del 2 giugno 1921, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Nonostante la precedente riforma, partì volontario di guerra e, pieno di entusiasmo e di fede, fu costante esempio di valore, di sacrificio e di emulazione fra i soldati, che lo amarono come fratello. In ogni discorso, in ogni lettera rivelò tutta la sua anima di eroico giovane che non compì azione se non prodigiosa. A Coston del Lora, a Dosso Faiti, in violenti e micidiali combattimenti si dimostrò valorosissimo trascinatore di uomini. A Col della Berretta, agognando ardentemente alla vittoria, caduto gravemente ferito, con fervide invocazioni animò i suoi alpini alla resistenza e non volle abbandonare il fratello ferito ed il terreno della lotta, sul quale venne fatto prigioniero. Morì in un ospedale austriaco, ammirato dagli stessi nemici. – Coston di Lora, settembre 1916; Dosso Faiti, maggio 1917; Col della Berretta, 14 dicembre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 242.