GEMELLI Bruno

GEMELLI BRUNO029di Medico e di Emilia Merlin, nacque a Milano il 14 marzo 1895 e morì a Bergamo il 19 dicembre 1967.
Arruolatosi allievo ufficiale nel 49° reggimento fanteria il 31 dicembre 1914, nell’agosto 1915 ottenne la nomina a sotto tenente di complemento ed a fine ottobre fu inviato in zona di operazioni assegnato al 141° reggimento fanteria Catanzaro. Combatté sul Carso, sul M. San Michele, a Castelnuovo ed a San Martino del Carso; passato al153° reggimento Novara nel marzo 1916, alcuni giorni dopo venne destinato in Tripolitania. Promosso tenente nel luglio successivo, ottenne nel settembre 1917 di rimpatriare e tornò al fronte prima col 150° e poi col 144° reggimento fanteria. Promosso capitano nell’ottobre successivo ed assunto il comando dell’8^ compagnia mitraglieri, nel maggio 1918, a domanda, fu destinato al 13° reggimento Pinerolo ove ebbe il comando dell’8^ compagnia schierata a Cima Echar, posizione di eccezionale importanza strategica per la convergenza delle maggiori strade dell’Altipiano di Asiago. All’alba del 15 giugno 1918 dopo un violentissimo bombardamento le fanterie nemiche mossero all’attacco e superate le linee avanzate, si impadronirono del caposaldo di Val Bella, aggirarono il ridotto di Costalunga ed investirono il ridotto di Cima Echar. Il capitano Gemelli, nella critica situazione fu mirabile per ardimento e, saldo sulla posizione, con una strenua e decisa difesa, che impedì agli austriaci di dilagare nella pianura vicentina, permise, nei giorni seguenti, la riconquista di Costalunga. Al prode capitano, gravemente ferito nel combattimento, fu conferita, con r. d. 23 ottobre 1921, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Comandante di una compagnia, diede opportune disposizioni, mercé le quali fu possibile arrestare nettamente il nemico. Contrattaccando con la compagnia, sebbene molto decimata, riuscì a riprendere una sezione mitragliatrici, infliggendo all’avversario gravi perdite. Veduto il comandante del battaglione circondato dal nemico e fatto segno a bombe a mano, gli fece scudo del suo petto e quindi, con pochi animosi, riusciva a liberarlo. Coadiuvato da un solo caporale, liberò e trasse in salvo entro le nostre linee un centinaio di nostri, tra cui cinque ufficiali, rimasti prigionieri del nemico e custoditi entro una caverna situata fra la nostra e la linea nemica, dopo averne assalito e messo in fuga il corpo di guardia austriaco. Ferito gravemente, seguitò ad incitare con le parole i combattenti, dando fulgido esempio di abnegazione e di eroismo. – Cima Echar, 15 – 16 giugno 1918.

Dopo lunga degenza in luoghi di cura, fu collocato in congedo assoluto nel giugno 1921 ed eletto deputato. Ammesso, per concorso, nella carriera consolare, venne nominato Console Generale di 2^ classe in Argentina, nel 1928. Inviato straordinario e Ministro Plenipotenziario in Bolivia nel 1933 e poi a Caracas, nel Venezuela. Col grado di tenente colonnello fu richiamato a domanda nel 1942. Congedato nel settembre 1943, assunse anche incarichi politici ed amministrativi.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 76.