LEONARDI Vittorio

LEONARDI VITTORIO070di Giacomo e di Teresa Devoto, nacque alla Spezia il 16 marzo 1895 e morì il 26 ottobre 1918 nell’ambulanza chirurgica d’Armata n. 1 in seguito a ferite riportate in combattimento su Monte Pertica.
Giovane intelligente e vivace, nazionalista sincero ed interventista convinto, fu anche presidente della locale Sezione studentesca della Dante Alighieri dove, con scritti e con calda, convincente parola, svolse attiva ed efficace opera di propaganda patriottica fra i suoi giovani compagni. Allievo dell’ultimo anno di ragioneria presso l’Istituto tecnico Da Passano della Spezia, interruppe gli studi per rispondere, con entusiasmo, alla chiamata alle armi. Arruolato ed ammesso al corso per allievi ufficiali di complemento nel 49° reggimento fanteria il 1° gennaio 1915, otto mesi dopo ottenne le spalline di sotto tenente assegnato al 21° reggimento della brigata Cremona, che raggiunse il 16 agosto in zona di operazioni, nelle trincee del basso Isonzo, nella zona di Monfalcone. Passato nel settembre nel 127° reggimento Firenze, prese parte alle azioni svoltesi verso Plava, il Kuk e il Kobilek e contro le posizioni del Sabotino. Ferito in modo grave a Sogli Bianchi, nel Trentino, nell’agosto 1916, appena guarito ritornò al fronte col grado di tenente nella 213^ compagnia mitraglieri Fiat ed assegnato al 53° reggimento fanteria Umbria operò in Val Popena e sulle pendici di Monte Piana. Promosso capitano nell’ottobre 1917, passò, a domanda, al XVIII reparto d’assalto fiamme cremisi e al comando della 3^ compagnia, il 16 settembre 1918, fu decorato di medaglia d’argento al valore per un ardito colpo di mano nella trincea dell’Abete, sul Grappa, dove catturò l’intero presidio nemico con armi e materiali. Il 25 ottobre, operando col 240° reggimento della brigata Pesaro nella vittoriosa e decisiva offensiva di Vittorio Veneto, attaccò le posizioni avversarie di Cima Pertica, aspramente contese nelle alterne vicende della lotta. Il capitano Leonardi, con impeto travolgente, alla testa degli arditi della sua compagnia, piombò sulle trincee nemiche sgominandone i difensori. Ferito alla testa, non volle essere allontanato dal campo della lotta; e mentre combattendo incitava i suoi uomini a mantenere saldamente il possesso delle posizioni raggiunte, una seconda e più grave ferita da scoppio di bomba a mano, ne distrusse il corpo, ma non lo spirito. Alla memoria dell’intrepido ufficiale venne conferita, con r. d. 23 gennaio 1921, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Capitano in un reparto d’assalto, dotato di altissimo ardimento e di nobilissime virtù di patriota, in aspra lotta, sotto il fuoco micidialissimo e in tragiche azioni di corpo a corpo, conquistava con i suoi arditi munitissima posizione nemica. Ferito alla testa, non si allontanava dal suo posto di combattimento, rimanendo sempre l’anima e la forza incitatrice per respingere reiterati contrattacchi nemici. Colpito mortalmente, non cessò mai di incitare l’impeto dei suoi finché esalò l’ultimo respiro. – Cima Pertica, 25 ottobre 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 158.