MAZZONI don Giovanni

don GIOVANNI MAZZONI060di Ermenegildo e di Caterina Testi, nacque ad Arezzo il 21 ottobre 1886 e morì in combattimento a Petropawlowka (Russia) il 26 dicembre 1941.
Sacerdote nell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, volontario e cappellano militare durante la campagna di Libia, rimpatriò volontariamente dalla Siria nel maggio 1915 per la dichiarazione di guerra all’Austria. Arruolato nell’8^ compagnia di Sanità e nominato tenente cappellano in un ospedale di riserva, passò, poi, nel 226° reggimento fanteria della brigata Arezzo col quale nel maggio 1916 raggiunse l’Altipiano di Asiago, durante l’offensiva austriaca. Animatore instancabile ed esempio di altissimo amor di Patria, si prodigò nell’assolvere la sua missione sui campi di battaglia con assoluto sprezzo del pericolo. A Monte Zebio, il 6 luglio 1916, fu decorato di medaglia d’argento al valore, e due medaglie di bronzo gli furono conferite, la prima il 10 novembre successivo a Monfalcone e la seconda nel maggio-giugno 1917 sull ‘Hermada. Il 30 agosto 1917, in un critico momento della battaglia al costone di Selo, sul Carso, fu decorato della massima ricompensa al v. m. con d. l. del 7 agosto 1919.
Dice la motivazione:

Quantunque dispensato dal presentarsi alle armi, allo scoppio della guerra vi accorse volontariamente dalla Siria, dove stava esercitando apostolato di religione e di italianità, e fu, nel proprio reggimento, costante e fulgido esempio del più puro amor di Patria e del più straordinario coraggio. Già tre volte premiato per distinte azioni di valore, primo fra i suoi soldati nel compimento della sua opera, non conobbe ostacoli e tenne il dovere mai come un limite da raggiungere, ma sempre come una meta da oltrepassare. In una speciale circostanza, messosi risolutamente alla testa di un manipolo di militari privi di comandante, nel momento più grave della lotta li trascinò arditamente contro il nemico, più forte di uomini e di armi, e, con irresistibile impeto, lo debellò e· lo costrinse alla resa, facendo prigionieri e catturando materiale. Ferito, rimase al combattimento finché non ebbe visto assicurata la vittoria. Già distintosi, per elette virtù militari, in numerosi combattimenti, sempre impavido nelle zone più fortemente battute dal fuoco avversario, sempre intrepido di fronte ai più gravi pericoli. – Carso, 23 maggio -5 giugno; Comari e (Carso), 30 agosto 1917.

Guarito, ritornò al fronte nel gennaio 1918 quale cappellano del reggimento Cavalleggeri di Treviso (28°). Congedato nel maggio 1919, fu prima arciprete a Lussimpiccolo, nell’Isola di Cherso, e poi parroco di Loro Ciuffenna della Diocesi di Arezzo. Durante la seconda guerra mondiale, cappellano volontario nel 3° reggimento bersaglieri, cadde eroicamente sul campo e fu decorato della seconda medaglia d’oro al v. m. alla memoria, la cui motivazione è riportata nell’opera Le Medaglie d’Oro al v. m. dal 1925 al 1959 edita nel giugno 1965.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 136.