MERELLI Raffaele

MERELLI RAFFAELE123di Agostino e di Clotilde Onofri, nacque a San Ginesio di Macerata il 19 agosto 1886 e morì a Gradisca nell’ambulanza chirurgica della 3^ Armata l’11 ottobre 1916 in seguito a ferita riportata in combattimento.
Eletta figura di educatore e di combattente. Dedicatosi alla carriera magistrale, fu insegnante per lunghi anni nelle scuole elementari di Monza dove ebbe campo di perfezionarsi anche negli studi scientifici, per i quali aveva una speciale disposizione, frequentando un corso di elettrotecnica. Convinto e fervente propugnatore dell’intervento dell’Italia in guerra, nel giugno 1915, col grado di sotto tenente della M. T. si arruolò volontario nel 29° reggimento fanteria della brigata Pisa che raggiunse in dicembre a Sagrado sull’Isonzo. Il suo non comune corredo di cognizioni scientifiche, il suo spirito di inventiva e l’ingegno versatile furono di non poca utilità al reggimento e si dové a lui l’ideazione di uno speciale apparecchio per il lancio dei tubi di gelatina impiegati per la distruzione dei reticolati, risparmiando così la vita a tanti valorosi soldati. Promosso tenente ai primi del 1916, prese parte a tutti i combattimenti sostenuti dalla sua brigata, alle dipendenze della 21^ divisione, a San Martino del Carso, meritando un encomio solenne il 6 giugno e una medaglia di bronzo al v. m. il 6 agosto 1916, durante la fase preparatoria della sesta battaglia dell’Isonzo, ove rimase ferito. Poche settimane dopo, durante l’ottava battaglia dell’Isonzo, chiudeva a Lokvica la sua eroica esistenza. Il mattino del 10 ottobre 1916, sotto il fuoco di sbarramento delle artiglierie e di fucileria si offrì volontario per verificare i varchi aperti nei reticolati nemici, quindi alla testa del suo plotone, balzato per primo dal riparo, trascinò i suoi uomini di corsa sulla trincea nemica cacciandone i difensori con lotta corpo a corpo. Ferito, rimase sul posto continuando a combattere finché cadde gravemente colpito all’addome da un colpo di fucile e al mattino successivo spirò nell’ambulanza chirurgica della 3^ Armata, a Gradisca. La motivazione con la quale gli venne conferita alla memoria, con d. l. del 2 agosto 1917, la massima ricompensa al v. m. dice:

Uscito volontariamente dalle trincee, si spinse fino in quelle del nemico, riportandone utili informazioni. Nell’assalto trascinò con impeto travolgente il suo plotone. Ferito ad una spalla, nonostante il sangue che perdeva, continuò il combattimento fino a conquistare la seconda linea avversaria; colto da svenimento, ebbe la forza d’animo di reagire, e, visti alcuni sbandati del suo plotone, li raccolse, rianimò e ricondusse all’assalto di nuove posizioni, finché colpito ancora mortalmente, ai soldati che lo soccorrevano gridò: Avanti ragazzi, che oggi è una bella giornata per il reggimento! e cadde, mentre i suoi soldati completavano la vittoria. Lokvica, l0 ottobre 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 274.