PICCHIONI Giuseppe

GIUSEPPE PICCHIONI057di Francesco e di Fiorina Bartolini, nacque a Tivoli di Roma il 22 gennaio 1886 e morì in combattimento sulla Bainsizza il 29 agosto 1917.
Compì gli studi medi a Parma e conseguì presso l’Istituto tecnico Macedonio Melloni il diploma di ragioniere. Attratto dalla carriera militare, si arruolò diciannovenne nel 40° reggimento fanteria come allievo ufficiale e nel febbraio 1906 venne nominato sottotenente di complemento nel 4° reggimento della brigata Piemonte. Frequentato il corso preparatorio presso la Scuola Militare di Modena, passò nel ruolo degli ufficiali in servizio effettivo nel settembre 1907 e venne trasferito al 36° reggimento Pistoia nel quale, nel settembre 1910, fu promosso tenente. Con la promozione a capitano, nell’aprile 1915, venne trasferito al 68° reggimento Palermo mobilitato e lo raggiunse nella zona di radunata in Valtellina. Un mese dopo, alla dichiarazione di guerra all’Austria, passò il confine nella zona del Tonale. Trasferito nell’ottobre al 29° reggimento fanteria Pisa, durante la quarta battaglia dell’Isonzo, combattendo a Bosco Cappuccio il 24 novembre 1915, ferito da pallottola di shrapnel ad una gamba, fu costretto a lasciare il fronte per essere ricoverato in ospedale. Ritornò in trincea nell’aprile 1917 e, con la promozione a maggiore conseguita il 19 agosto, fu trasferito al 79° reggimento Roma dove assunse il comando del III battaglione, portandovi tutto l’entusiasmo del suo animo generoso. Dieci giorni dopo, nel pieno svolgimento della battaglia della Bainsizza, ebbe il compito di attaccare le posizioni austriache di quota 778 verso il Veliki Vhr. Con intelligenti disposizioni ed il suo personale impulso, lanciandosi egli stesso avanti con la prima ondata d’assalto, sotto intenso fuoco nemico, si impossessò del primo ordine di trincee avversarie e catturò numerosi prigionieri. Costretto con i pochi superstiti del battaglione a ripiegare per la violenza del fuoco di repressione delle artiglierie nemiche, dopo aver riordinato le file del battaglione ed incitato i suoi uomini con calda esortazione a compiere il proprio dovere verso la Patria, si lanciò ancora all’assalto delle munitissime posizioni. Ferito due volte, continuò incurante di sé ad avanzare alla testa dei suoi soldati e cadde, mortalmente colpito per la terza volta da pallottola alla testa. Alla memoria del valoroso colonnello, venne concessa, con d. l. del 3 gennaio 1918, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Primo tra i primi eroi del suo battaglione, che guidò ripetutamente all’assalto di forti posizioni nemiche. Ferito una prima ed una seconda volta, non volle lasciare il suo posto di combattimento, finché, ferito di nuovo mortalmente, dopo aver raccomandato, in un’ultima visione del dovere, il suo battaglione all’ufficiale più anziano, lasciò la vita sul campo; fulgido esempio di eroismo e delle più alte virtù militari. Altipiano della Bainsizza, 29 agosto 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 130.