POLLA Arduino

ARDUINO POLLA118di Giovanni e di Giuditta Besson, nacque a Venezia il 6 settembre 1884 e morì a Longarone il 27 ottobre 1955.
Assolti gli obblighi militari di leva in fanteria e congedato il 15 novembre 1905 col grado di sergente, si dedicò, come il padre, al commercio del legname a Longarone, dove si era trasferito. Alla dichiarazione di guerra all’Austria, nel maggio 1915, al comando di un reparto di volontari alpini e col grado di capo plotone (sottotenente), combatté in Cadore fin dall’inizio delle ostilità. Il 29 agosto 1916, con pochi volontari, colse di sorpresa un battaglione austriaco e lo mise in fuga, catturando un centinaio di prigionieri. Pochi giorni dopo, il 3 settembre, alla testa di una pattuglia di tredici volontari, si lanciò all’attacco del Monte Forarne conquistando una posizione sulla cima ovest del monte ed annientandone i difensori. Per le due audaci azioni fu decorato di medaglia d’argento al valore. Col grado di tenente nell’agosto 1917, fu trasferito a domanda nell’VIII reparto d’assalto, col quale combatté in Val Costeana col 6° raggruppamento alpini. Ricevuto l’ordine di ripiegare, dopo la rottura del fronte a Caporetto e di attestarsi al ponte di Vidor, sulla sinistra del Piave, per la difesa del ponte stesso, il giorno 10 novembre sostenne con mirabile fermezza un attacco nemico. Pochi giorni dopo, sul Monfenera, accorse con fulmineo slancio, nel momento più critico del combattimento, in aiuto del battaglione alpino Val Pellice, e si gettò sul nemico volgendolo in fuga. Ferito, non abbandonò il campo della lotta. Il 20 dicembre, sull’Asolane, audace e sprezzante del pericolo, condusse ripetutamente i suoi arditi all’assalto. Due volte ferito, continuò a combattere, finché, colpito al capo, fu a viva forza allontanato dal campo di battaglia. Con moto proprio sovrano del 10 febbraio 1918 gli fu concessa la medaglia d’oro al v. m. Dice la motivazione:

Ferito gravemente due volte nella stessa azione, disdegnò ogni cura, animato dal solo pensiero di offrire alla Patria ciò che ancora gli rimaneva di forze. Fulgida figura di eroe, rimase imperterrito sulla posizione sotto l’infuriare dellira nemica, esempio di meravigliosa tenacia; finché colpito una terza volta e gravemente, trascinato al posto di medicazione, trovava l’energia di gridare di voler tornare ancora tra i suoi soldati. Audace tra gli audaci, temprato dal pericolo mortale più volte affrontato, abituato a volere per sé l’impresa più rischiosa e più ardita, in tutti i combattimenti fu espressione di vero eroismo, trasfondendo col suo valoroso contegno, con la costante audacia la forza e lenergia nei suoi dipendenti – Ponte di Vidor, Monfenera, Monte Asolone, 10 novembre – 20 dicembre 1917.

Promosso capitano nel giugno 1918, fu collocato in congedo nel gennaio 1919. Richiamato col grado di maggiore combatté in Grecia dal febbraio 1941 col battaglione Cadore del 7° reggimento alpini e fu decorato di croce di guerra al valore; promosso tenente colonnello fu congedato nel 1945.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 250.