POLONIO Ugo

POLONIO UGO035di Ettore e di Giulia Grassi, nacque a Trieste il 17 gennaio 1897 e morì in combattimento a Vermegliano il 21 ottobre 1915.
Studente nel Liceo di Padova, preso dalla lotta eroica per l’italianità della sua terra, ardente di sentimento nazionale, alla dichiarazione di guerra contro l’Austria, da lui tanto auspicata, si arruolò volontario. Soldato nel 98° reggimento fanteria, con la nomina a sottotenente della M. T., conseguita in luglio, passò al 18° reggimento della brigata  Acqui  che raggiunse a Vermegliano, sul Basso Isonzo, in agosto. Assegnato dopo insistenti domande alla 6^ compagnia del II battaglione in prima linea, si segnalò fin dai primi giorni del suo servizio in guerra, in ardite e pericolose ricognizioni che gli valsero un encomio solenne del Comando del Corpo d’Armata. Iniziata la terza battaglia dell’Isonzo, il 20 ottobre 1915, alla testa di un manipolo di volontari della sua compagnia, uscito dalle trincee per portare e collocare tubi esplosivi e giunto per primo sotto i reticolati nemici, fece egli stesso brillare due tubi. Il varco prodotto nelle difese permise di attaccare un tratto di trincee, sulle alture di Vermegliano, assegnato come obiettivo alla 6^ compagnia. L’indomani, nel pomeriggio del 21 ottobre, ricevuto nuovamente l’ordine di conquistare altri trinceramenti, si lanciò sulle posizioni nemiche, trascinando il suo plotone con l’esempio e con la parola, sotto il micidiale fuoco delle mitragliatrici. Ferito ad un braccio, continuò ad avanzare, rispondendo ai suoi soldati che l’incitavano a fermarsi: Non importa! Avanti, avanti!. E giunse primo fra i primi sulla trincea conquistata. Colpito a morte, cadde gridando: Addio ragazzi; muoio contento per la Patria!.
In una lettera diretta al padre, trovatagli addosso e scritta due giorni prima, diceva fra l’altro: Due sono le mie fedi, i miei culti: la Patria e la famiglia. Solo alla Patria sacrificherò la mia vita, se muoio, solo alla famiglia, se vivo. Il mio amore di Patria è un amore puro, bello, sublime. L’Italia dei miei sogni mesti e nostalgici è l’Ideale, è il Bello, il Grande, ciò che per gli altri è Dio. L’anima mia, il mio pensiero, tutto l’io è proteso verso te, verso voi, verso la mia Trieste.
Alla sua memoria, con moto proprio sovrano del 14 febbraio 1916, fu concessa la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Volontario irredento di Trieste, già distintosi per ripetute prove di cosciente ardimento, preparava, il 20 ottobre, l’attacco alle trincee nemiche, facendo brillare, con alcuni dei suoi valorosi, tubi esplosivi nei reticolati. Col plotone, infiammato dal suo generoso entusiasmo, mosse all’assalto fra l’infuriare del fuoco avversario. Ferito una prima volta, persisteva nella corsa e, al grido di Savoia!, giungeva primo alla meta; quivi caduto per nuove mortali ferite, trovava la forza, spirando, di dirsi contento di morire per la Patria. Vermegliano, 21 ottobre 1915.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 96.