ROSSI Giovanni

ROSSI GIOVANNI007di Francesco e di Maria Antico, nacque a Teramo il 4 ottobre 1887 e morì a Polazzo il 2 giugno 1915 per ferite riportate in combattimento.
Conseguì il diploma di geometra nell’Istituto Tecnico Galliani di Chieti nel 1908 e offri subito per un intero anno la sua opera disinteressata in soccorso alle popolazioni della Calabria colpite dal terremoto, alle dipendenze del Genio Civile.
Chiamato alle armi nel 1909 ed ammesso quale allievo ufficiale nel 5° reggimento genio minatori, venne congedato nel settembre del 1910 col grado di sergente, perché assunto per concorso dal Ministero dei Lavori Pubblici quale aiutante geometra del Genio Civile.
Prescelto per una missione speciale fu in Libia dal 1912 al 1914, e al rientro in Italia fu destinato all’Ufficio Genio di Cosenza. Richiamato alle armi nel marzo 1915, partì per il fronte nel maggio successivo con la 10^ compagnia del 1° reggimento genio zappatori, assegnato alla 3^ armata. Durante il primo balzo offensivo si distinse particolarmente nell’opera ardita di deviazione delle acque dalla piana di Monfalcone inondata dal nemico e per gittamento dei ponti sull’Isonzo e sul canale Dottori ai piedi del Carso, per i quali venne proposto per la nomina a sottotenente di complemento e citato con la sua compagnia all’Ordine del Giorno del Comando Supremo del 26 giugno. Istruttore di squadre di volontari costituite per la posa e per il brillamento di tubi di gelatina esplosiva per aprire varchi nei reticolati nemici, operò alle dipendenze della 19^ divisione schierata fra Folignano e Soleschiano, sulla sinistra dell’Isonzo con le brigate Savona e Cagliari che avevano il compito di occupare il costone dei Polazzo. Su quel tratto di fronte, i numerosi tentativi del 15° fanteria della brigata Savona, effettuati nella notte fra il 1° e il 2 luglio, di superare le munite difese nemiche erano falliti per la vigilanza e il nutrito fuoco avversario. Il 2 luglio, verso mezzogiorno, il Rossi  protetto dal fuoco dei tiratori scelti, postosi alla testa di squadre di volontari, riuscì dopo eroici tentativi a far brillare una coppia di tubi sotto i reticolati nemici presso i quali cadde ferito a morte. Ma per il varco aperto con tanto sacrificio, i reparti del 15° reggimento irruppero sulle posizioni di Pollazzo, ricuperando così la salma dell’eroe, promosso solo da qualche giorno sottotenente.
Alla sua memoria fu decretata la medaglia d’oro al v. .m. con  d. l. 6 ottobre 1915 e la seguente motivazione:

          Per tre volte, con slancio ed ardimento, guidava tre squadre di volontari di un battaglione sotto un reticolato nemico per collocare e farvi brillare tubi esplosivi. La terza volta cadeva ferito a morte dopo aver assolto il compito affidatogli. Alture di Polazzo, 2 luglio 1915.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 40.