RUSCA Giuseppe

RUSCA GIUSEPPE090di Francesco e di Cesira Casella, nacque a Genova il 5 luglio 1892 e morì in combattimento su Monte Zovetto il 16 giugno 1916.
Ottenuto nel 1910 il diploma di macchinista navale presso l’Istituto Nautico Vittorio Emanuele II di Genova, si arruolò volontario nell’89° reggimento fanteria come allievo ufficiale il 31 dicembre dello stesso anno. Conseguita la nomina a sottotenente di complemento nel 34° reggimento fanteria nel gennaio 1912, pochi mesi dopo, in luglio, partiva col reggimento per la Tripolitania dove combatté valorosamente nella zona di Zuara, guadagnandosi una medaglia di bronzo al v. m. nel fatto d’arme di Regdaline, il 15 agosto. Rientrato in Italia alla fine di ottobre e congedato, trovò impiego nella Società di Navigazione Transatlantica imbarcando, come ufficiale macchinista, sul piroscafo Garibaldi. Richiamato per mobilitazione nel 74° reggimento fanteria nel gennaio 1915 e trasferito al 157° reggimento della brigata Liguria di nuova formazione, raggiunse nell’aprile la zona di radunata nei dintorni di Udine. Passato il confine il 24 maggio alla dichiarazione di guerra, al comando della 3^ sezione mitraglieri e per tutto il primo anno, combatté sull’Alto Isonzo nella zona del Vrata – Vrsic e, promosso tenente dal gennaio 1916, nel settore a nord di Caporetto. Durante l’offensiva austriaca del maggio 1916 nel Trentine, nella difesa di Monte Zovetto in Val Canaglia, con le due sezioni mitragliatrici abilmente pestate ed intelligentemente manovrate, attaccato il 15 giugno da truppe scelte dopo un violento bombardamento, resisté impavido sul cocuzzolo del monte, ai ripetuti assalti, respingendoli col fuoco delle sue mitragliatrici, tre delle quali, successivamente colpite dal fuoco concentrato delle artiglierie, tacquero roventi. In tre giorni di battaglia, due volte ferito dal fuoco avversario, continuò a falciare le fanterie avanzanti con l’unica arma rimastagli, finché fu dilaniato dallo scoppio di una granata nemica. L’avversario, volle, con senso di cavalleresco rispetto, onorare la memoria del valoroso ufficiale erigendogli un monumentino con i rottami di mitragliatrice, nastri di munizioni e calci di fucile spezzati.
Dice la motivazione della medaglia d’oro al v. m. concessa, con d. l. del 1° febbraio 1917, alla memoria dell’eroico ufficiale:

Comandante di un gruppo di mitragliatrici su di una posizione che per tre giorni consecutivi fu soggetta ad un intenso bombardamento dell’artiglieria nemica, vi si mantenne solidamente con calma ammirevole, falciando con il fuoco delle sue armi le fanterie avversarie, che cercavano di spingersi sulla linea delle nostre trincee. Due volte ferito, si medicò da se stesso, senza lasciare il proprio posto, continuando a dirigere il fuoco delle sue armi, finché, ferito una terza volta mortalmente, cadde eroicamente vicino all’unica mitragliatrice rimasta ancora servibile: fulgido .esempio di alte virtù militari. Monte Zovetto, 15 16 giugno 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 208.