SCIANNA Ciro

SCIANNA CIRO051di Michele e di Paola Rizzo, nacque a Bagheria (Palermo) il 16 marzo 1891 e morì in combattimento su Monte Asolone il 24 giugno 1918.
Emigrato all’estero per lavoro, rimpatriò alla fine del 1913 per assolvere gli obblighi di leva e, nel gennaio 1914, venne arruolato nel 3° reggimento bersaglieri. Nel dicembre dello stesso anno, passato al 10° bersaglieri, partì per l’Albania. Rientrato al deposito del reggimento nel febbraio 1915 venne trattenuto per mobilitazione ed assegnato al 16° reggimento bersaglieri col quale partì per l’alto Isonzo dopo la dichiarazione di guerra all’Austria. Combatté sul Freikofel, in Carnia e, nel 1917, nel settore But – Degano. Bersagliere di impareggiabile audacia e di cosciente ardimento, volle far parte delle fiamme cremisi e fu destinato prima al XVIII reparto d’assalto e in seguito, dopo il ripiegamento al Piave, al IX reparto d’assalto. Il 15 maggio 1918, sull’Asolane, fu decorato di medaglia di bronzo al valore, per aver divelto a colpi di bombe a mano i reticolati di una trincea nemica e trascinato in avanti coll’esempio i propri compagni, ed una medaglia d’argento gli fu concessa per la conquista di Col Fenilon e di Col Moschin il 15 e 16 giugno successivo. Pochi giorni dopo, quando già il nemico era stato costretto a ripassare il Piave, fu decisa la riconquista del M. Asolone e ne fu affidato il compito al IX reparto d’assalto. Alle ore 16 del 24 giugno, preceduti da breve ed intensa preparazione di artiglieria, gli arditi del reparto si lanciarono all’attacco delle trincee avversarie e ne sbaragliarono i difensori a colpi di bombe a mano, piantando lo stendardo sulla vetta del monte. Nel violento contrattacco sferrato poco dopo dal nemico, col sostegno di un poderoso fuoco di artiglierie e di mitragliatrici, l’ardito Ciro Scianna, che alfiere del reparto aveva tenuto sempre spiegato lo stendardo là ove più sanguinosa ardeva la lotta, allontanatosi dal comandante e portatosi sul ciglio della posizione, nel momento più critico della battaglia, si spinse risolutamente in avanti incitando i suoi compagni a seguirlo. Ma sulla vetta raggiunta, una raffica di mitragliatrice lo fece cadere fra le braccia del suo comandante di battaglione, sopraggiunto ed accorso per sostenerlo, mentre egli morente, baciava lo stendardo. Alla memoria dell’eroico ardito venne concessa, con moto proprio sovrano del 30 agosto 1918, la medaglia d’oro al v. m. che il Re stesso volle solennemente consegnare nelle mani del comandante del IX reparto d’assalto. Dice la motivazione:

Soldato di altissimo ardimento, in aspra battaglia, sotto un micidialissimo tiro di fucileria e mitragliatrici nemiche e fra tragiche lotte corpo a corpo, portava con irresistibile slancio lo stendardo del battaglione d’assalto alla testa delle ondate, infiammando i compagni entusiasti del suo coraggio. Sulla vetta raggiunta, colpito in pieno petto, cadeva nell’impeto della sua superba audacia, dando al tricolore l’ultimo bacio ed alla Patria l’ultimo pensiero col grido di: Viva l’Italia!. Monte Asolone, 24 giugno 1918.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 120.