SERTOLI Antonio

SERTOLI ANTONIO074di Giovanni Battista e di Eugenia Carbonera, nacque a Sondrio il 12 luglio 1894 e morì in combattimento sul Costone Vrsic del Monte Nero il 26 maggio 1916.
Di nobile famiglia valtellinese, licenziatosi in fisico-matematica nell’Istituto Tecnico della sua città ed iscritto nella facoltà di scienze naturali dell’Ateneo Pavese – che dopo la sua morte gli conferì la laurea ad honorem -, il 24 maggio 1915, alla dichiarazione di guerra all’Austria, lasciò gli studi per arruolarsi. Ammesso alla Scuola Militare di Modena per un corso allievi ufficiali, fu nominato sottotenente di complemento nel settembre 1915 e destinato al battaglione M. Stelvio del 5° reggimento alpini, allora schierato sullo Stelvio a guardia della sua valle tanto amata.
Alpinista audace e scalatore intrepido, sempre primo nelle più rischiose imprese, fu in ogni circostanza esempio di ardimento e di sereno sprezzo del pericolo.
Nel febbraio 1916, dopo aver frequentato un corso mitraglieri tornò al battaglione assegnato alla 137^ compagnia con la quale, un mese dopo, si trasferì nella zona del Monte Nero.
Nella notte sul 26 maggio, attaccato improvvisamente da truppe scelte austriache, che col favore della notte, sorprese le vedette, avevano occupato il cosiddetto Cocuzzolo, un tratto della cresta del Vrsic che dalle vette del Monte Nero e del Vrata digrada verso la Conca di Plezzo, ingaggiò viva lotta corpo a corpo per respingerle con perdite rilevanti da ambo le parti. Travolto nel combattimento e catturato dal nemico, riuscì, profittando dell’oscurità, a disarmare la scorta cui era affidato ed a ritornare sul campo di battaglia. Per oltre tre ore fu l’anima di una eroica resistenza, continuando a battersi anche dopo essere stato gravemente ferito al petto da un colpo di fucile, e cadde crivellato di colpi di baionetta e di pugnale in un ultimo contrattacco alla testa di pochi superstiti. Dice la motivazione con la quale gli fu concessa, con r. d. dell’ 11 maggio 1924, la medaglia d’oro al v. m. alla memoria:

Comandante di una sezione mitragliatrici in prima linea, durante un improvviso e violento attacco avversario, opponeva la più decisa ed eroica resistenza. Soverchiato da forze molto superiori e tratto prigioniero con parte dei suoi soldati, riusciva a disarmare la scorta nemica e ritornare sul campo della lotta. Per circa tre ore guidò a continui contrattacchi un manipolo di prodi, e benché sanguinante in più parti del corpo rifiutò sempre di recarsi al posto di medicazione. Ferito poi gravemente al petto da una fucilata, si gettò, ciò nonostante, un’ultima volta nella mischia, cadendo trafitto da più colpi di baionetta e di pugnale. –  Cocuzzolo Vrsic-Monte Nero, 25-26 maggio 1916.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 176.