TANDURA Alessandro

TANDURA ALESSANDRO084di Luigi e di Maria De Negri, nacque a Vittorio Veneto il 18 settembre 1893 e morì il 28 dicembre 1937 a Mogadiscio (Somalia).
Arruolatosi volontario nel 1° reggimento fanteria della brigata Re, e promosso caporale nella, 7^ compagnia il 24 maggio 1915 giunse in zona di operazioni. Ferito all’avambraccio sinistro sul Podgora il 1° luglio e dichiarato inabile alle fatiche di guerra, nel settembre 1916 volontariamente ritornò in linea con la 333^ compagnia mitraglieri Fiat e fu promosso sergente. Frequentato un corso per allievi ufficiali di complemento presso il 220° reggimento fanteria, nell’aprile 1917 ottenne la nomina a sottotenente nel 153° fanteria Novara e combatté valorosamente sul Carso, a Castagnevizza, durante l’undicesima battaglia dell’Isonzo, e nel ripiegamento al Piave, dopo le tragiche vicende di Caporetto. Passato al XX battaglione d’assalto Fiamme nere partecipò ai combattimenti sul basso Piave ed alla testa di ponte di Caposile. Nell’agosto 1918, assolse volontariamente, su richiesta dell’Ufficio Informazioni dell’8^ Armata, un rischioso compito informativo nel territorio occupato dal nemico per la sua perfetta conoscenza dei luoghi e delle persone. Paracadutato nella notte del 9 agosto in località prossima a Vittorio Veneto, svolse con la cooperazione della sorella e della fidanzata, la sua opera informativa, fra insidie, pericoli e sacrifici d’ogni genere. Arrestato due volte dalla polizia austriaca e riuscito a fuggire, trasmise importanti notizie. Gli fu concessa, con d. l. 23 marzo 1919, la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

 Animato dal più ardente amor di Patria, si offriva per compiere una missione estremamente rischiosa: da un aeroplano in volo si faceva lanciare con un paracadute al di là delle linee nemiche nel Veneto invaso, dove, con alacre intelligenza ed indomito sprezzo di ogni pericolo, raccoglieva nuclei di ufficiali e soldati nostri dispersi, e, animandoli col proprio coraggio e con la propria fede, costituiva con essi un servizio di informazioni che riuscì di preziosissimo ausilio alle operazioni. Due volte arrestato e due volte sfuggito, dopo tre mesi di audacie leggendarie, integrava l’avveduta e feconda opera sua, ponendosi arditamente alla testa delle sue schiere di ribelli e con esse insorgendo nel momento in cui si delineava la ritirata nemica, ed agevolando così l’avanzata vittoriosa delle nostre truppe. Fulgido esempio di abnegazione, di cosciente coraggio e di generosa, intiera dedizione di tutto se stesso alla Patria. – Piave – Vittorio Veneto, agosto – ottobre 1918.

Congedato nel 1919 e riassunto col grado di tenente in servizio effettivo nel 1925, fu destinato al 7° reggimento alpini. In Cirenaica dal 1925, fu decorato di medaglia d’argento nel fatto d’armi di Dadi el Kuf del 7 luglio 1926. Rimpatriato e promosso capitano nel 1931, tre anni dopo fu destinato in Somalia. Comandante di una compagnia del battaglione Benadir fu decorato di altra medaglia d’argento in combattimento a Birgot, il 24 aprile 1936, e promosso maggiore per merito di guerra.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1918,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 186.