TESTOLINI Giuseppe

GIUSEPPE TESTOLINI095di Marco e di Antonietta de Bellat, nacque a Venezia il 30 settembre 1896 e morì in combattimento a Col della Berretta il 26 novembre 1917.
Conseguita la licenza nell’Istituto tecnico Ravà di Venezia ed iscritto al Politecnico di Milano, interruppe gli studi nel novembre 1915 per la chiamata alle armi. Inviato alla Scuola Militare per frequentarvi un corso per allievi ufficiali di complemento, nel marzo 1916 ne uscì aspirante, assegnato al 6° reggimento alpini. Promosso sottotenente nel luglio successivo, il 13 agosto raggiunse al fronte il battaglione Val Brenta e combatté valorosamente dal 3 settembre sul Cauriol respingendo per due volte gli attacchi di ingenti forze nemiche. Trasferito nelle trincee di Forcella Magna, venne, poi, destinato sull’altipiano dei Sette Comuni. Promosso tenente nel febbraio 1917, fu chiamato al comando della divisione; ma allorquando il Val Brenta, in seguito ai tragici avvenimenti di Caporetto, ripiegò dall’Isonzo e raggiunse il massiccio del Grappa per schierarsi il 22 novembre sul Col della Berretta, egli chiese ed ottenne di rientrare al suo battaglione e respinse ripetuti attacchi nemici. Un nuovo attacco austriaco, condotto questa volta, con molto vigore da truppe scelte, nel pomeriggio del giorno 24 novembre e preceduto da intenso bombardamento di artiglieria contro le posizioni di Col della Berretta, s’infranse per la disperata difesa degli alpini del Val Brenta, dopo alcune ore di mischia accanita sulle aspre balze del monte. Nella fase critica del combattimento, il giovane tenente Testolini, ricevuto l’ordine di rioccupare una posizione dominante, della quale il nemico si era impadronito di sorpresa, si lanciò all’attacco con magnifico impeto alla testa del suo plotone e giunse primo sulla trincea contesa, facendo prigioniero il presidio; Colpito al cuore da pallottola di fucile, cadde eroicamente sul campo. Alla sua memoria fu concessa, con r. d. del 24 maggio 1923 , la medaglia d’oro al v. m. con la seguente motivazione:

Addetto ad un comando di divisione, venuto a conoscenza che il proprio battaglione trovavasi impegnato in combattimento, chiese ed ottenne di rientrare al proprio reparto. Ricevuto l’incarico di fronteggiare, con due plotoni, la critica situazione creatasi con l’occupazione, da parte del nemico, di una posizione dominante, egli, dopo rapida ricognizione eseguita sotto violento fuoco di artiglieria e fucileria avversaria, resosi esatto conto del terreno e del nemico, chiese l’autorizzazione di tosto contrattaccare. Alla testa dei suoi reparti, con calma serena, perizia ed ardimento sublime, attraverso una violenta cortina di fuoco si slanciò all’assalto, giungendo primo sulla trincea nemica, facendovi prigionieri e riconquistando armi e materiali già caduti in mano all’avversario. Incontrò poi gloriosa morte sulla stessa posizione riconquistata, mentre incitava i suoi alpini al grido di Viva l’Italia! Col della Berretta, 26 novembre 1917.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare  1917,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968,    p. 204.