TOGNONI Giorgio

TOGNONI GIORGIO039di Rodolfo e di Elisa Lazotti, nacque a Castelnuovo Magra di La Spezia il 14 aprile 1894. Risiede a Roma.
Compiuti gli studi tecnici nell’Istituto Tecnico di La Spezia ed impiegatosi in una ditta commerciale, fu chiamato alle armi nel febbraio 1915 ed assegnato al 36° reggimento fanteria per il servizio di leva. Alla dichiarazione di guerra all’Austria partecipò al primo balzo offensivo verso la testa di ponte di Gorizia. Ammesso a frequentare il corso per allievi ufficiali di complemento venne nominato aspirante ufficiale di fanteria nel settembre 1915 e ritornò in zona di operazioni, assegnato al 27° reggimento della brigata Pavia, in linea nella trincea dorsale del M. Sabotino. Promosso due mesi dopo sottotenente, ebbe il comando di un plotone della 9^ compagnia del III battaglione e combatté sulle pendici del Podgora. Alla ripresa offensiva della terza battaglia dell’Isonzo, fu impegnato col reggimento nel grave compito della conquista del M. Sabotino, pilastro settentrionale della testa di ponte di Gorizia. Nell’azione iniziata il 21 ottobre, per la espugnazione di quel munitissimo baluardo tenacemente difeso, il Tognoni condusse mirabilmente all’attacco i fanti del suo plotone, portandoli quasi a ridosso del fortino. Ferito ripetutamente in più parti del corpo e negli occhi non desisté dall’incitare i superstiti al combattimento. Al valoroso ufficiale venne concessa la medaglia d’oro al v. m. con r. d. 4 luglio 1920 e la seguente motivazione:

Nell’assalto di un’asprissima e tenacemente difesa posizione nemica, alla testa del proprio plotone, ferito una prima volta al braccio destro, seguitava nella lotta, incitando i suoi dipendenti con la parola e con il suo valoroso esempio. Un secondo colpo, che gli asportò la falange di un dito della mano sinistra, non lo ritenne dal continuare l’avanzata; che, anzi, sempre alla testa dei suoi seguitava ad animarli. Colpito una terza volta da un proiettile che, gettandolo a terra, gli toglieva per sempre la vista, non volle essere trasportato in luogo riparato, per non distogliere i suoi dal combattimento, ma continuava ad incitarli gridando: Avanti, avanti, ragazzi!. Sempre bocconi, alle parole di incoraggiamento rivoltegli, esclamava: Non vi preoccupate di me; anche se ora muoio non importa; basta dare tutto se stesso alla Patria!. Benché cieco, tornava poi in trincea a far opera di propaganda patriottica fra i soldati.- Monte Sabotino, 21 ottobre 1915.

Congedato nel 1920 e richiamato in temporaneo servizio dal dicembre 1926 col grado di capitano, fu assegnato come giudice al Tribunale Militare di Roma. Ebbe le successive promozioni per meriti eccezionali e fu nominato generale di brigata nel ruolo d’onore dal gennaio 1943. Presidente della Casa del Lavoro dei Ciechi di Guerra di Roma ha retto l’Istituto con saggia ed oculata amministrazione fino al 1966.


G. Carolei, G. Greganti, G. Modica, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1915 al 1916,  (a cura di), in Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia, [Tipografia Regionale], Roma 1968, p. 104.